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Regionali, Maria Stella Origlia:
«Sconfitta che non sorprende,
per Italia Viva risultato positivo»

MARCHE 2020 - A qualche ora di distanza dalla vittoria di Francesco Acquaroli, la candidata ascolana di Italia Viva analizza il crollo del centrosinistra, individuando nelle scelte di Ceriscioli e del Pd le principali motivazioni del successo della destra. Nel frattempo, Fabio Urbinati attende il responso della commissione sul quarto seggio del Piceno, la cui assegnazione è ancora incerta
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di Federico Ameli

Con lo spoglio ormai in archivio e l’ufficializzazione di un verdetto piuttosto inequivocabile da parte delle 1576 sezioni elettorali marchigiane, è già tempo di primi bilanci in casa centrosinistra, che dopo venticinque anni di monopolio quasi incontrastato si vede costretta a cedere le chiavi di Palazzo Raffaello a Francesco Acquaroli e alla sua coalizione.

Maria Stella Origlia

Per fare il punto della situazione, abbiamo contattato la rappresentante e candidata ascolana di Italia Viva, Maria Stella Origlia, che riassume così i risultati ottenuti dalla squadra di Mangialardi e in particolare dal suo partito, fondato giusto un anno fa per iniziativa di Matteo Renzi.

«Già da qualche tempo – ammette la Origlia – i sondaggi davano Mangialardi dietro ad Acquaroli, segno che le difficoltà del centrosinistra erano già piuttosto evidenti. La vittoria del candidato della destra non è stata una grande sorpresa e, in questo senso, sposo in pieno le dichiarazioni del sindaco di Ancona, Valeria Mancinelli, secondo cui quando si affronta un percorso elettorale di questa portata la scelta del candidato presidente è fondamentale.

A questo proposito, negli ultimi mesi si è molto discusso all’interno del Pd. Già in primavera, Italia Viva ha riconosciuto la necessità di restare nella coalizione per aiutare il centrosinistra a vincere. Purtroppo, però, c’erano molte problematiche da affrontare, specie in fatto di sanità e in particolare nel Piceno.

 L’emergenza sanitaria non ha fatto altro che complicare una situazione già piuttosto complessa e anche il discorso della ricostruzione non è andato a buon fine, il che forse ha fatto percepire ai cittadini una certa distanza tra i programmi del centrosinistra e le reali necessità del territorio. Pur non avendo grosse soluzioni, la destra ha sfruttato questi fattori, che uniti al “vento” salviniano e meloniano hanno portato a una vittoria netta.

A livello provinciale, Italia Viva ce l’ha messa tutta ed è riuscita ad assestarsi al 3%, un risultato in linea con la media nazionale nonostante un simbolo nuovo e una situazione tutt’altro che semplice. Per fare un esempio, io e Fabio Urbinati ci siamo visti annullare diverse preferenze per un errore di simbolo. Ad Ascoli abbiamo ottenuto il 2,53%, un risultato che considero positivo in relazione alle condizioni di partenza e a un simbolo sconosciuto e difficile da promuovere, essendo stato presentato ad agosto».

A proposito di Urbinati, sebbene la questione sia ancora al vaglio degli esperti, le ultime voci vedono l’ex consigliere regionale sambenedettese, che con le sue 1478 preferenze avrebbe avuto sulla carta i numeri per poter tornare a occupare la sua poltrona di Palazzo Raffaello, costretto a fare posto proprio al suo candidato presidente, Maurizio Mangialardi (leggi l’articolo).

Fabio Urbinati

«Non entro nelle dinamiche del meccanismo – dichiara la Origlia – anche perché lo sta già facendo un’apposita commissione, ma accolgo comunque il buon risultato ottenuto. Urbinati ha già fatto sapere che approfondirà la questione in maniera tranquilla e senza scossoni, ma resta il fatto che la rappresentanza picena di Italia Viva, a prescindere da come andranno le cose, è stata quella che più si è avvicinata all’avere un proprio seggio nel consiglio regionale, un traguardo ottenuto in un’areaa molto complessa alla luce delle tante candidature locali.

Credo che, rispetto alle possibilità della destra e dei partiti storici, che ha potuto schierare due assessori comunali, abbiamo compiuto un mezzo miracolo, più di questo non potevamo fare. Per noi si tratta di un punto di partenza da cui proseguire con il nostro impegno politico».

Nonostante gli sforzi dei rappresentanti di Italia Viva, sarà la destra di Francesco Acquaroli a governare le Marche per i prossimi cinque anni.

«Personalmente rispetto sempre chi vince e sono solita dire che gli elettori hanno sempre ragione. Colgo l’occasione per rivolgere un appello alla destra, che ha criticato e attaccato ogni provvedimento della giunta Ceriscioli: mi auguro che siano in grado di allestire una squadra attenta alle priorità della cittadinanza, come la ricostruzione e il lavoro.

Oltretutto, non sempre Acquaroli si è dimostrato in linea con i candidati della Lega, di conseguenza vorrei sapere se effettivamente hanno lavorato a dei progetti per poter attirare fondi del MES – alle Marche spetta quasi un miliardo di euro per la sanità e circa altri otto miliardi provenienti dal Recovery Fund. Se saranno in grado di farlo vorrà dire che avranno fatto una buona campagna elettorale, che è poi quello che mi auguro, altrimenti si saranno limitati ai soliti proclami».

Non può mancare poi, in conclusione, un sentito ringraziamento all’elettorato renziano, che nella provincia di Ascoli ha riconosciuto a Maria Stella Origlia 475 preferenze.

«Ci tengo a ringraziare gli elettori e chi ha creduto nel riformismo. Sono stati circa 2700 i cittadini che da noi hanno scelto di votare Italia Viva, il che ci ha permesso di raggiungere una percentuale dignitosa.

Voglio ringraziarli per averci dato ascolto nonostante le tante difficoltà: in queste settimane abbiamo trovato tanti cittadini che ci hanno chiesto di impegnarci e nelle ultime ore ho ricevuto numerosi messaggi di ringraziamento per esserci stata. Sono piccoli gesti che fanno piacere e che aprono nuove prospettive per il partito».


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