La furia del terremoto ed il ricordo che non muore: «Corpi e polvere, pensavo fosse un incubo»

ARQUATA – Nell’anniversario del sisma, la memoria di Filiberto Caponi, che si trovava nella sua Pretare: il calvario della notte, la corsa verso la distrutta Pescara, la solidarietà e il legame con un dipinto “profetico”: «Le vite non si recuperano, ma la loro essenza e il loro lascito sì». La sua poesia “Ferito incanto” letta durante la commemorazione