di Giuseppe Di Marco
Passerà da tre a cinque piani e verrà adeguata sismicamente, la palazzina in disuso di Via Papa Giovanni XXIII su cui il Comune ha approvato un piano di recupero edilizio che ne prevede la demolizione e ricostruzione. Continuano senza soluzione di continuità gli interventi di ammodernamento dell’abitato centrale, molti dei quali sono iniziati proprio nel corso dell’attuale Amministrazione comunale.
L’area in questione è a due passi da Viale Secondo Moretti e dal torrente Albula, ed è posta nella parte sud del centro storico ‘A2’, così come definito dall’attuale piano regolatore: si tratta di una latitudine densamente urbanizzata con edifici residenziali prevalentemente di tipo condominiale che si susseguono con continuità sia sul lato nord che sul lato sud della via. Gli edifici presenti, considerate le caratteristiche costruttive degli stessi, sono stati realizzati tra gli anni ‘60 e ‘90 con strutture portanti in cemento armato: l’edificio che verrà rifatto, ad esempio, risulta progettato nel 1966, presenta una pianta trapezoidale e un’altezza massima di poco inferiore a 13 metri.
Allo stato attuale, l’edificio è costituito da un piano interrato limitato a due soli fondaci, un piano terra destinato a locali di deposito, ad un garage e ad un piccolo alloggio, un piano primo e secondo su cui si sviluppa un altro alloggio, e una copertura a falda con sottotetto non abitabile. L’operazione quindi include la demolizione integrale dell’edificio esistente e la sua ricostruzione con ampliamento nel limite massimo del 40% della volumetria, vale a dire più di 716 metri cubi: il risultato, ad intervento avvenuto, sarà una palazzina con un piano interrato destinato a garage e cantine e complessivi cinque piani in elevazione per un totale di nove alloggi.
Zona dei Leoni, Piazza Kolbe, Viale Buozzi: nuove palazzine stanno sorgendo in buona parte del centro storico non vincolato. Che si tratti di vecchi alberghi, mostruose incompiute o fabbricati fatiscenti, la musica è sempre la stessa: il mercato immobiliare a San Benedetto continua ad indurre i costruttori ad eliminare volumi ingombranti e realizzare nuove palazzine. Anche se gli alloggi che ne verranno ricavati, in buona parte, diventeranno seconde case per le vacanze estive.
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