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Disoccupazione, la “febbre” resta alta
Giovedì prossimo arriva la Camusso

LAVORO - Giovannozzi della Cgil: «La provincia di Ascoli in controtendenza con i dati nazionali e regionali: tasso di occupazione più basso»
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Paola Giovannozzi

di Claudio Romanucci

La fine delle agevolazioni per le imprese frena la proposta di contratti a tempo indeterminato in un territorio, il Piceno, minato ancora da un’alta disoccupazione. Giovedì 16 novembre il segretario nazionale della Cgil Susanna Camusso è attesa ad Ascoli all’assemblea generale del sindacato, che si terrà nella “Casa della gioventù”, in viale Rozzi. In quella occasione si prevede un “passaggio di testimone” alla guida della realtà locale, con in pole il nome di Barbara Nicolai dopo il saluto di Paola Giovannozzi.

Sarà l’occasione per affrontare i nodi principali del Piceno. I numeri, mostrati dal segretario provinciale uscente della Cgil Paola Giovannozzi non permettono di abbozzare sorrisi: “Siamo tornati al punto di partenza –  esordisce – . Gli ultimi dati Istat 2016, confermati anche per la prima metà del 2017, ci presentano il territorio in continuo impoverimento economico e sociale, senza considerare gli effetti ancora non completamente valutabili del sisma che ha colpito anche il nostro territorio lo scorso anno”.

La ‘ripresina’, a livello nazionale, fatica ancora a mostrarsi da queste parti…

“La nostra provincia in controtendenza con i dati nazionali e regionali evidenzia un tasso di occupazione più basso (pari al 57% rispetto al 62,2% regionale) con un saldo negativo complessivo tra assunzioni e cessazioni pari al 13,7%. Le tipologie contrattuali vedono un notevole arretramento del contratto a tempo indeterminato dovuto soprattutto al termine delle agevolazioni e una esplosione, nuovamente, verso le forme precarie di lavoro soprattutto tempo determinato e contratto in somministrazione, intermittente e stagionale”.

I giovani sono ancora la parte debole.

“Il tasso di disoccupazione aumenta ancora, pari al 14,9% più alto di 4 punti di quello regionale soprattutto nella componente maschile e giovanile. Il tasso di disoccupazione giovanile (42,6% nella fascia 15-24 e del 24 % nella fascia 25-34) ci consegna un territorio incapace di rispondere al rinnovo generazionale.

Questi dati, di per se sterili, ci consegnano due tendenze banali per quanto preoccupanti: il nostro territorio non presenta a oggi segni di ripresa e la precarietà diffusa minaccia realmente la tenuta e coesione sociale”.

Le risorse post sisma possono rappresentare un’opportunità?

“Per venir fuori da questa drammatica situazione, cosa che ripetiamo ormai da tempo, e visto i soldi che arriveranno sul nostro territorio per Area di crisi complessa e per ricostruzione post-sisma è auspicabile e non più rinviabile un tavolo istituzionale con la partecipazione di tutti gli attori presenti nel territorio per costruire insieme un progetto di sviluppo”.

C’è sempre il problema dei tempi, spesso troppo lunghi rispetto alle esigenze delle aziende.

“Dobbiano essere in grado di sviluppare un programma. Il 20% delle imprese che abbiamo sta fuori dalla crisi perché sono internazionalizzate, una percentuale del 40% arranca nella filiera corta. Naturalmente non ci può essere occupazione senza sviluppo e nuove opportunità. C’è bisogno di percorsi di formazione mirata, a seguito di concreta analisi, dei fabbisogni formativi al fine di indirizzare la riconversione e riqualificazione dei lavoratori”.


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