di Franco De Marco
Ma quando vedremo in Ascoli “Il Cratere”? Speriamo presto. E speriamo che qualcuno, a livello istituzionale (Comune) e non (associazioni cinefile e culturali in generale), voglia invitare in città Silvia Luzi, ascolana purosangue, regista del film insieme a Luca Bellino, a presentare la sua ultima opera e a parlare di cinema. Questa giornalista-regista ascolana merita sicuramente un riconoscimento. Tra l’altro sta portando il nome di Ascoli nel mondo.
“Il Cratere” ha trionfato a Tokyo dopo essere stato in concorso, con giudizi molto positivi, alla Settimana della Critica della Mostra del Cinema di Venezia. E in questa settimana partecipa alla ventesima edizione del Festival internazionale del film di Ginevra. L’opera prima di Luzi e Bellino ha ottenuto il Premio Speciale della Giuria al 30simo Tokyo International Film Festival. Il film ha convinto all’unanimità la giuria presieduta dall’attore e regista premio oscar statunitense Tommy Lee Jones (il Fuggitivo, Men in Black) che ha definito “Il Cratere” <un’opera capace di commuovere per la sua forza e per la sua estrema autenticità>. Il Tokyo Film Festival, principale festival d’Asia e uno tra i più prestigiosi al mondo, ha presentato nel concorso ufficiale solo 15 pellicole realizzate da registi provenienti da tutto il mondo tra cui spiccavano nomi come Margaret Von Trotta (già Leone d’Oro a Venezia) e Semih Kaplanoglu (già Orso d’oro a Berlino). Unico film italiano in concorso, è riuscito a portare a casa il premio più prestigioso mai ottenuto da un film italiano in un festival asiatico. Davvero un risultato straordinario. Silvia Luzi, dopo l’Università a Roma, col massimo dei voti, è diventata giornalista professionista, con uno stage anche al Messaggero di Ascoli, poi autrice televisiva e regista cinematografica. Ha lavorato nelle Redazioni Esteri e Speciali del Tg1, ha realizzato inchieste e documentari per Presadiretta, Rai3, Current Tv e Sky. Sempre con Luca Bellino ha firmato i documentari, che hanno ottenuto riconoscimenti importanti, “La Minaccia” su Hugo Chavez e la rivoluzione boliviana e “Dell’Arte Della Guerra”. Con l’inchiesta “Madri a Metà” ha vinto il Premio Italia Alpi. Insomma una carriera ricca di successi di contenuto. Le opere di Silvia Luzi non sono mai banali ma sono analisi sconvolgenti, inchieste e approfondimenti nel mondo del lavoro o del sociale che lasciano il segno.
A Tokyo, quando sono stati chiamati sul palco peressere premiati dal presidente della Giuria Tommy Lee Jones, Silvia Luzi e Luca Bellino, non ci potevano credere. <Il nostro – hanno dichiarato – è un film piccolissimo girato con una troupe piccolissima. Questo premio è molto importante perché dimostra che il cinema artigianale può comunque arrivare a un grande pubblico>. <Non pensavo di ricevere questo premio, – ha commentato la regista ascolana – Il nostro film prende ispirazione dal nome di una costellazione, luminosissima ma che nessuno può vedere, e il premio mi fa essere molto orgogliosa e felice per Sharon e Rosario, i nostri due attori principali, ma soprattutto per tutti quelli come loro, che in un luogo non semplice risplendono anche se nessuno li vede>. Ne “Il Cratere” Rosario è un ambulante, un gitano delle feste di piazza, che regala peluche a chi pesca un numero vincente. La guerra che ha dichiarato al futuro e alla propria sorte ha il corpo acerbo e l’indolenza di sua figlia tredicenne. Sharon è bella e sa cantare, e in questo focolaio di espedienti e vita infame è lei l’arma per provare a sopravvivere. Ma il successo si fa ossessione, il talento condanna. Il film è una favola Disney al contrario. “Il Cratere” è prodotto da TFilm con Rai Cinema e venduto nel mondo da Alpha Violet. Le selezioni e la presenza dei talent a Tokyo sono state organizzate e coordinate da Istituto Luce Cinecittà – Filmitalia.
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