di Andrea Ferretti
Dicembre 1990. Sono trascorsi 27 anni e non tutti coloro che si muovo nel mondo quintanaro ricorderanno che fu quella la data delle prime elezioni per la composizione dei primi comitati di Sestiere che, in futuro, sarebbero stati rinnovati con cadenza quadriennale, o quasi. Ad Ascoli c’era ancora l’Ente Quintana e per la la rivoluzione di fine 2014-inizio 2015 (che ha dato vita all’Ufficio Quintana gestito direttamente dall’Amministrazione comunale) mancava un quarto di secolo. Nel 1990 venne dunque deciso di formare i comitati di Sestiere: tentativo ben riuscito che faceva seguito a un precedente del 1982 quando i Sestieri ebbero il primo contatto con le elezioni. Nel 1982 non c’erano regole precise, i candidati erano persone che non sapevano bene di cosa si trattasse. Votò chi si trovava a passare nei pressi delle sedi dei Sestieri. Insomma, una cosa davvero molto alla buona.
Nel dicembre 1990, invece, vennero costituiti i veri comitati anche se con regole molto approssimative. Basti pensare che ci fu anche chi votò in tutti e sei i Sestieri. Non esistevano gli albi, non c’erano controlli: un modus operandi che rispecchiava in pieno l’anima medievale dei suoi protagonisti. Le seconde elezioni avvennero nel 1994, poi ancora nel 1998, quindi nel 2002, nel 2006, nel 2010 e poi – con un anno di deroga concesso per il passaggio dall’Ente all’Ufficio Quintana – nel 2015. In occasione delle tornate elettorali del 1994 e 1998 il regolamento prevedeva che tre componenti del vecchio comitato, su decisione dello stesso, facessero parte anche del successivo direttivo. Un modo come un altro per assicurare la cosiddetta continuità. Le votazioni, tranne la prima volta quando ognuno poteva votare 4 candidati, prevedeva una scelta massima di 3 persone (le famose terzine), poi i più votati andavano a comporre il nuovo direttivo. Il regolamento elettorale ha subìto numerosi cambiamenti e quello vigente prevede che alle prossime elezioni del dicembre 2019 le preferenze a disposizione dell’elettore non siano più tre, bensì una sola. Decisione presa dal Consiglio degli Anziani, con il benestare del sindaco (Castelli) che di tutta questa faccenda, per statuto, è il garante.
Ma non è finita perchè da mesi si sta discutendo sulla validità di questa scelta della candidatura singola che, in effetti, rischia di creare comitati tutt’altro che omogenei dove un caposestiere si ritroverebbe a governare persone che magari neppure si conoscono tra loro. Più di un Sestiere (per voce dei rispettivi caposestieri) sembra orientato verso la proposta – ancora non ufficiale – di liste capeggiate da candidati caposestieri. Se ne discuterà nel corso della “Assemblea dei 100” che si terrà nei primi giorni di dicembre nella Sala della Ragione di Palazzo dei Capitani. Qui si ritroveranno i 78 componenti dei comitati di Sestiere (caposestiere più 12 membri), quelli del Consiglio degli Anziani e del Comitato degli Esperti, per un totale di 106 persone.
«E’ giusto ascoltare tutti, ognuno potrà dire la sua perchè il caposestiere alla fine, anche se espressione di un comitato, resta un parere singolo» dice Massimo Massetti, presidente del Consiglio degli Anziani che convocò la stessa Assemblea anche lo scorso anno. «Fuori la politica dalla Quintana» ripetono in tanti, soprattutto dopo che è emersa questa possibilità delle liste e quindi, forse, del sistema proporzionale come avviene per le elezioni politiche. “Non è la politica che influenza la Quintana, bensì il contrario” ha più volte ripetuto il sindaco Guido Castelli scherzandoci su. Sta di fatto che si potrebbe trovare una via di mezzo. Ma è anche vero che, trattandosi di una rievocazione storica dove tutti operano con passione e spirito volontaristico, non sarebbe giusto che una persona che riceve 50 preferenze singole venga escluso dal nuovo comitato a favore di un’altra (di un’altra lista) che di preferenze ne ha avute meno della metà. In politica questo accade, ma nella Quintana sarebbe da evitare.
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