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Caso piscina, l’affondo del comitato
“Pietra tombale sul project”

SAN BENEDETTO - Cresce il fronte di opposizione al progetto per la riqualificazione dell'impianto natatorio: «E' più conveniente fare un mutuo trentennale»
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«Dopo la grande commissione andata in scena mercoledì si può finalmente fissare un dato inconfutabile che pone una pietra tombale sul Project Piscina». Così i No Project commentano la giornata del 29 novembre, quando si sono riunite ben tre commissioni consiliari (Urbanistica, Lavori Pubblici e Bilancio) sulla questione “Piscina”.
Lapidario il giudizio del comitato che parla di irregolarità tecniche, opacità dei comportamenti politici, scarsa qualità del progetto e nessuna convenienza economica. «Anzi – affonda – il Comune verrebbe danneggiato e noi sosteniamo questa tesi sin dall’inizio, carte alla mano. E ora, la stessa conclusione l’ha messa nero su bianco il dirigente del settore gestione delle risorse economiche e finanziarie Antonio Rosati».
Il dirigente avrebbe esposto quanto segue: «Nell’ipotesi di affidamento della gestione Piscina a terzi, si determinerebbe quindi una passività finanziaria di € 145.058 che si incrementerebbe poi annualmente di euro 36.600 per il canone che si intenderebbe riconoscere alla ditta affidataria. Si genererebbe pertanto una passività complessiva, di parte corrente, a carico del nostro bilancio di euro 181.658”. La passività dovrebbe essere sanata con una contemporanea e non inferiore riduzione di altre spese comunali ordinarie”. Poi avrebbe aggiunto di aver considerato anche la questione del personale e dunque il riassorbimento della forza lavoro, stimato intorno alle 220 mila euro, ovvero circa 40 mila euro in più rispetto alla passività.
Per il Comitato, Rosati, nel suo parere scritto, avrebbe palesato una necessità di riequilibrio di Bilancio dovuto all’esubero di personale sommato alla cifra che il Comune dovrà dare, secondo gli accordi, al concessionario. «A voce però – continuano i No Project – si è un po’ “allargato” su un’ipotesi abbastanza fantasiosa. Per la Talamonti ci sarebbe un reintegro di 6 persone su 13 dipendenti della piscina, tramite i pensionamenti. È una possibilità remota. Non esiste nessun bando ed è tutto da verificare. I 7 restanti andrebbero a potenziare gli uffici. Per il cui costo del personale, a nostro avviso, non si annullerebbe. Semplicemente si trasferirebbe da una parte all’altra».
Per il Comitato il Project penalizzerebbe pesantemente l’ente e la collettività anche sul piano economico. «Se il Comune – continuano gli attivisti – decidesse di investire una somma analoga per un mutuo trentennale sulla piscina e con un serio progetto di gestione partecipata, San Benedetto potrebbe beneficiare di un impianto di rilievo nazionale nella piena proprietà pubblica».
Infine il Comitato torna a ribadire che l’Amministrazione debba fermare definitivamente il progetto per riaprire il confronto con le rappresentanze di società e utenti e rilanciare così la piscina Comunale. «Se fino a ieri ce n’erano tutte le condizioni – conclude – oggi ce n’è la necessità».


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