Sibilla, lago di Pilato e Gerosa
Montemonaco riparte così (Foto)

SPECIALE TERREMOTO - Il piccolo comune ha pagato un grande dazio: 70% di edifici inagibili e frazioni a rischio. Il sindaco: «Dobbiamo puntare su montagna e turismo. Basta ai contributi indiscriminati a chi non sistema le abitazioni». Stanziati 1.250.000 euro per il Municipio e 800.000 euro per la scuola
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Montemonaco, frazione San Lorenzo

di Luca Capponi 

Il pegno al terremoto, soprattutto a quello del 30 ottobre, nel Piceno l’hanno pagati tutti. Chi più e chi meno. Montemonaco ha perso, per un periodo, una delle sue attrazioni principali: la zona di Foce e, di conseguenza, l’accesso al magnifico lago di Pilato. Ma non solo: 70% di edifici inagibili su tutto il territorio, in alcune frazioni addirittura il 90%. Tra queste, quelle completamente vuote e ancora zona rossa sono Cese e Ariconi. Vallegrascia, Isola San Biagio e Altino resistono tra mille difficoltà. Ma non solo, perché a venir meno sono state anche tante attività commerciali e ricettive, su tutti lo storico bar Zocchi e il mitico ristorante “Il Tiglio”.

Il sindaco Onorato Corbelli

Di vittime umane, e nessuno mai deve dimenticarlo, non ce ne sono state. Lo stesso sindaco Onorato Corbelli, concorda: «Dopo il 24 agosto c’erano il 35-40% di edifici inagibili e, fortunatamente, questo conta, nessuna vittima. Dopo il 30 ottobre siamo arrivati al 70%. Adesso il centro di Montemonaco sembra intatto da fuori ma il 60% è inagibile. Ciò nonostante è quasi tutto visitabile a parte un paio di tratti, di cui uno da riaprire a breve». Corbelli, come d’altronde gran parte dei residenti, che oggi sono circa una metà (350) di quelli che erano prima, ha capito che la ripartenza deve passare attraverso la fruibilità da parte del visitatore/turista/escursionista, “merce” che da queste parti non è mai mancata. «Sì, è vero, siamo un paese turistico da sempre. -continua- Tale vocazione non l’abbiamo persa col terremoto. Dopo gli accadimenti dello scorso anno, infatti, quest’estate c’è stata una piccola ripresa. Le attività rimaste hanno lavorato bene. Mi sono imposto affinché, prima di Pasqua, riaprisse la strada per Foce (opportunamente messa in sicurezza con protezioni di cemento) e tornasse operativa la taverna, una mossa che rivendico e che ha portato risultati. Il lago di Pilato, infatti, è tornato raggiungibile grazie a un percorso alternativo al sentiero delle “svolte”, quello più danneggiato dal terremoto. Ad ogni modo, grazie al Cai Fermo, abbiamo 3.000 euro per sistemarlo, e da maggio si potrà tornare al lago passando dal vecchio percorso».

Il municipio di Montemonaco, ad oggi inagibile

Altro punto di forza dal punto di vista dell’escursionismo, e sogno del primo cittadino da tempi non sospetti, è la paventata riapertura della leggendaria Grotta della Sibilla nei secoli divenuta inaccessibile a causa di crolli. «Andiamo avanti, è una situazione che non mollo e che contribuirebbe a portare qui tanti altri visitatori, anche se il terremoto ha rallentato tutto. I tecnici hanno compiuto i primi rilievi da riportare su carta, una volta elaborati si predisporrà il progetto, spero per la primavera. Mancano da fare altri accertamenti sotterranei con geo-radar e telecamere, per osservare alcune cavità». «Tra i progetti di più semplice realizzazione c’è anche quello di un parco avventura nei pressi del lago della Gerosa insieme ai comuni di Comunanza e Montefortino, con cui dividiamo la competenza sullo specchio d’acqua», prosegue Corbelli.

Una parte del centro storico di Montemonaco

Sul versante ricostruzione, si lavora per la messa in sicurezza degli edifici inagibili. Privati e pubblici. Scuola e palazzo comunale (i cui uffici adesso sono dislocati in altra sede) verranno rimessi in sesto grazie a cospicui finanziamenti: «Il primo piano delle opere pubbliche ha previsto 1.200.000 euro per il Municipio, di cui 250.000 arrivati da donazioni, tra cui quella della Regione Veneto (136.000 euro), e 800.000 euro per la scuola. -continua Corbelli- Sul Comune ci sono stati 4 mesi di ritardo burocratico che potevano e dovevano essere evitati. La speranza è che per l’estate entrambi i cantieri partano. Nel secondo piano delle opere dovrebbero essere comprese le case popolari e le mura castellane». Sui privati, invece, il primo cittadino non le manda a dire: «Purtroppo il terremoto ha tirato fuori il lato positivo, ma anche la parte meno lodevole di molti. Vedo che non c’è voglia di sistemare le case, soprattutto quelle con danni lievi, poiché, grazie a contributi che spesso sfiorano i 1.800 euro al mese, si preferisce restare in affitto. Lo ritengo uno spreco di denaro pubblico, l’ho anche segnalato al commissario De Micheli, speriamo si trovi una soluzione». «Altro problema è quello relativo alla conformità edilizie; prima di presentare la pratica occorre infatti sanare eventuali difformità di lieve entità (finestre, porte spostate o divisori tirati su nel corso degli anni) o, come nel caso di aumenti di volume o superficie, di maggiore evidenza. -conclude il sindaco- Siamo in un comune sotto vincolo paesaggistico, e vanno risolti tali aspetti; molti sono fermi proprio perché non hanno la conformità. Spero che il governo vada incontro alle persone in questa situazione».

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