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La discarica deve essere ampliata:
l’Arengo sfratta la comunità di recupero
La rabbia del sindaco di Appignano

LA DECISIONE - La struttura dell'Ama che ospita 38 posti letto è troppo vicina a Relluce. La giunta comunale ha dato mandato al dirigente del Servizio Gestione patrimonio "di adottare gli atti necessari per rientrare nel possesso dell’immobile di Valle Orta"
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Il Comune di Ascoli si riprende i locali dati in comodato all’Ama Aquilone e che ostacolano l’ampliamento della discarica di Relluce.

La comunità Ama di Valle Orta

La giunta presieduta dal sindaco Guido Castelli, nella seduta del 4 dicembre scorso, ha dato mandato al dirigente del servizio Gestione patrimonio “di adottare gli atti necessari per rientrare nel possesso dell’immobile ubicato in Appignano del Tronto, località Valle Orta n. 121“. Insieme alla cooperativa, comunque, sarà trovata una soluzione: “la possibilità di concedere con il medesimo strumento del comodato gratuito, altro immobile di proprietà comunale per lo svolgimento dell’attività sanitaria”. Sull’immobile in oggetto, comunque, l’Ama, che nessuno ha informato preventivamente della mossa dell’Arengo, ha fatto ingenti investimenti per specializzare il sito nella cura delle vittime delle droghe che provocano disturbi psichiatrici. Ma la presenza di questa struttura sanitaria, in particolare, sarebbe un ostacolo, già evidenziato nei pareri delle autorità ambientali competenti (come l’Arpam) al richiesto ampliamento della discarica limitrofa di Relluce ancora da concretizzarsi. La vicenda parte da lontano:  nel ’91 il Comune di Ascoli ha concesso in comodato gratuito alla cooperativa Ama Aquilone di San Benedetto del Tronto una casa colonica di proprietà comunale a Valle Orta di Appignano del Tronto. Il contratto ha stabilito la durata in 10 anni, rinnovabili “per altrettanti anni”. Secondo gli uffici dell’Arengo, l’art. 2 del contratto ha espressamente indicato la destinazione d’uso del bene: “comunità terapeutica per tossicodipendenti”, intesa quale condizione del comodato gratuito. A fronte di tale condizione il comodatario si è impegnato a rispettare la destinazione impressa e a concertare con il Comune ogni eventuale mutazione della stessa. In base alla delibera comunale, l’ Amministrazione ha appreso solo recentemente che la cooperativa Ama Aquilone ha promosso azioni finalizzate a una maggiore specializzazione del servizio erogato e ottenuto autorizzazione all’esercizio di attività sanitaria a seguito della trasformazione di 19 posti letto Sid (struttura per attività di prevenzione cura e riabilitazione per tossicodipendenti) in 19 posti letto per una Struttura residenziale per tossicodipendenti con comorbilita psichiatrica. Sempre secondo il Comune, “con tale trasformazione Ama Aquilone ha disatteso gli impegni assunti con il contratto di comodato, non avendo comunicato né concertato con l’Amministrazione Comunale la nuova attività.

L’area dell’ampliamento di Relluce (sesta vasca)

Nelle immediate vicinanze dell’immobile concesso in comodato insiste il Polo di Relluce comprendente la discarica per rifiuti urbani e un impianto di compostaggio di proprietà di Ascoli Servizi Comunali srl, società partecipata dal Comune di Ascoli, nonché l’impianto Tmb di proprietà della Regione affidato alla Ato rifiuti 5. Relluce è ritenuto strategico dalla Regione e così come riportato nel piano Regionale di gestione dei Rifiuti, nonché dalla Provincia di Ascoli, è in continua espansione mediante investimenti pubblici e privati”. Pertanto “il contratto di comodato gratuito con la cooperativa Ama Aquilone è scaduto, l’attività sanitaria svolta dalla Cooperativa Ama Aquilone in forza delle recenti trasformazioni autorizzate dagli Enti competenti non è compatibile con l’attività di gestione dei rifiuti svolta presso Relluce”. Sulla vicenda interviene il sindaco di Appignano, Sara Moreschini, nel cui territorio ricade la casa Ama oggetto dello sfratto. «Solo oggi -afferma – Ascoli si accorge della presenza di una struttura sanitaria nei pressi della zona di Relluce, solo oggi perché sembra infastidisca i suoi interessi e quelli della sua società Ascoli servizi comunali, un metodo insolito quello di mandare via degli esseri umani in difficoltà, una struttura sanitaria che lavora in quel sito da oltre 30 anni e che si occupa di fragilità, il tutto per il mero guadagno legato ai rifiuti. Comunque se credono che con questa mossa daranno il via libera alla vasca 7 sono un tantino ingenui o fanno finta di esserlo, i gravi problemi legati all’ambiente e alla loro mala gestione sono quelli che contano, tutti sono a conoscenza delle decine di atti e pagine scritte dagli enti competenti per le loro “mancanze” nella dissennata gestione del sito di relluce, ne cito solo alcuni: inquinamento delle acque superficiali e profonde, instabilità diffuse su tutto il versante a monte e a valle del sito ove si sono immaginati una nuova vasca; hanno fatto delle verifiche di instabilità dove i fattori di sicurezza sono fuori da ogni norma di legge; mancata copertura delle vasche che ogni giorno peggiora la situazione visto che le acque meteoriche continuano ad infiltrarsi senza sosta provocando ulteriori movimenti»

Cla.Ro


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