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Caso Ama, guerra tra sindaci
Castelli a Moreschini: «Sei cinica»,
Lucciarini: «Non sei ascolano doc»

APPIGNANO - Si infiamma la situazione legata alla comunità di recupero che dovrà andare via per far posto ai rifiuti da abbancare a Relluce
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Sara Moreschini (foto Vagnoni)

Sulla comunità di recupero sfrattata dal comune di Ascoli per non ostacolare l’ampliamento della discarica, si scatena, come prevedibile, la bagarre tra i sindaci. Dopo le stoccate del sindaco di Appignano Sara Moreschini arriva la dura replica del collega ascolano Guido Castelli.  In particolare Castelli accusa il Comune di Appignano di aver rilasciato un “accreditamento illegittimo quanto vicina alla discarica ad una discarica e a un deposito di esplosivi”. Castelli minaccia anche azioni giudiziarie anche se tende una mano all’Ama per soluzioni alternative a quelle di Valle Orta ricordando la collaborazione in atto tra la sua amministrazione e la struttura sociale diretta da Francesco Cicchi. Tirato in ballo a sua volta, il sindaco di Offida Valerio Lucciarini spara a zero sul collega ascolano nonché offidano di casato paterno. «Sentire Castelli accusare di cinismo un altro sindaco competente e attenta come Sara Moreschini che si è posto come obiettivo quello di difendere il proprio territorio e una struttura sociale strategica per gli ambiti di riferimento,  e mentre lui lo fa, tra l’altro con argomentazioni assolutamente improprie, continua nella strumentalizzazione politica di fatti su cui sono state spesi ettolitri di inchiostro, è perlomeno curioso. Per chi conosce Castelli, come noi, la reazione ovvia è di imbarazzata ilarità. La questione Relluce per Castelli è la stella cometa, l’oro, l’incenso e la mirra dei Re Magi e per tentare di rendersi credibile continua nella faticosa opera di presa di distanze dalle sue origini. Arriva addirittura a predisporre atti, sottraendo una struttura per persone in difficoltà, facendo del tutto per difendere la sua mission del business dei rifiuti. Anche di fronte agli errori, noi ci sappiamo prendere le nostre responsabilità senza scappare; facendo i conti con le nostre mancanze.

Guido Castelli

Castelli non ce la fa; non ci è mai riuscito neanche quando da ragazzo maturo, con coscienza, si concedeva continuamente ai “valori” del Ventennio. E comprendiamo anche la difficoltà politica di Castelli di fronte alla pioggia di milioni di euro pervenuti dalla Regione Marche della Vice Presidente ascolana Anna Casini per le opere pubbliche del Piceno e, soprattutto, del capoluogo provinciale. Per chi si pone sempre dalla parte alternativa, in malafede a prescindere, e stigmatizzando ogni passaggio dell’avversario, anche laddove ci si trova di fronte ad operazioni di virtuosa opera amministrativa, diventa complicato poi riconoscere la giusta valorizzazione anche davanti ai risultati per la propria Città». Infine la stoccata finale: «Purtroppo -conclude Lucciarini- il complesso di inferiorità di cittadinanza che condiziona Castelli rispetto al fatto di sentirsi Papa Straniero nella meravigliosa Ascoli, lo fa sempre uscire con fare maldestro al cospetto pubblico. Ma non c’è niente da fare: qualunque sforzo produca non riuscirà mai a misurarsi con l’ascolanità di origine controllata e garantita come, per esempio, quella appartenente ai suoi predecessori».


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