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Torna la Coppa Brema,
ma è polemica sulla piscina

ASCOLI - L'evento organizzato dalla Fin ha riunito centinaia di atleti nell'impianto di via Spalvieri. La soddisfazione del sindaco Castelli. Ma è bagarre su Facebook e l'ex gestore denuncia: «Impedito l’accesso agli atleti ascolani, la città rischia di perdere la pallanuoto»
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Da una parte il ritorno della Coppa Brema ad Ascoli, dall’altra la dura polemica tra l’ex gestore ed il Comune. E’ la doppia faccia di una domenica che ruota attorno alle vicende della piscina di via Spalvieri. Ristrutturato e riaperto lo scorso giugno, con l’affido della gestione alla società Sport Smile, l’impianto natatorio cittadino sta ospitando per la prima volta dall’inaugurazione una gara federale, la Coppa Caduti di Brema, evento di particolare caratura dedicato alla memoria dei nuotatori azzurri deceduti nell’incidente aereo del gennaio 1966, i quali avrebbero dovuto partecipare al meeting internazionale ospitato dalla città tedesca. E’ un campionato nazionale a squadre che si svolge in diverse sedi regionali – per le Marche, appunto, Ascoli Piceno – e che genera una classifica per il settore femminile e una per il maschile. Nel 2018, ad aprile a Riccione, si terranno le fasi finali.

Sono 16 le squadre marchigiani in lizza davanti ad una piscina gremita. Presenti i vertici della Fin regionale, tra cui il presidente Fausto Aitelli, il sindaco Guido Castelli e l’assessore allo sport Massimiliano Brugni. «Dopo 15 anni almeno ad Ascoli torna il grande nuoto», ha commentato con soddisfazione il primo cittadino in un video su Facebook.

La piscina di Ascoli che ospita la Coppa Brema

E proprio sul social si è scatenata la bagarre, poiché a distanza di qualche ora è arrivato un duro comunicato dall’Albatros Nuoto, che per venti anni è stata presente su quello stesso piano vasca.

«La piscina di Ascoli ha sempre accolto gare ed eventi sportivi di rilievo – si legge nel comunicato – oltre a manifestazioni regionali ordinarie ha ospitato campionati finali regionali di nuoto per disabili, due edizioni dei campionati italiani per disabili con plauso da parte del comitato paralimpico, che ha attribuito alla comunità ascolana capacità inclusive e di particolare sensibilità; e poi ancora i collegiali della nazionale di nuoto sincronizzato e i campioni olimpionici, oltre ad essere stata partner di scienze motorie di Urbino. Purtroppo quando l’Asur ha scoperto che il Comune per la sua piscina non aveva le necessarie autorizzazioni (tra cui quelle sanitarie) l’ospitalità dell’impianto si è ridotta».

Ad aumentare la rabbia dell’ex gestore anche l’impossibilità di far allenare gli atleti nell’impianto, tra cui la prima squadra di pallanuoto che si vedrebbe costretta ad emigrare per giocare le partite in casa. «L’attuale gestore impedisce l’accesso nella piscina pubblica comunale agli atleti ascolani ed alle società di nuoto ascolane condizionando i rapporti a contenziosi legali che si stanno discutendo presso i tribunali, e nonostante ciò si permette di dichiarare che la Delphinia di Grottammare è la società che rappresenterà Ascoli, quando la stessa Fin attesta che in città ci sono solo due società di nuoto, vale a dire Albatros e Water Life: è come se al Del Duca vi fosse il Grottammare a difendere i colori cittadini e l’Ascoli Picchio rimanesse fuori. Mentre alcuni danno informazioni non complete Ascoli rischia di perdere la Serie C di pallanuoto».

 


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