«Il presidente Ceriscioli non ha mai parlato di Centobuchi come sede del nuovo ospedale». Il sindaco di Monteprandone e possibile candidato del Pd al prossimo Parlamento, Stefano Stracci, mette subito in chiaro questa cosa anche se non nasconde che la storia dell’ospedale a Centobuchi con la chiusura di quello di Ascoli, seppur smentita dalla Regione ma cavalcata sui social dalla destra ascolana, potrebbe danneggiare la sua possibile corsa elettorale: «Mi stanno chiamando alcuni amici di Ascoli dicendomi proprio questo» ammette il primo cittadino.
Sindaco Stracci, allora, non c’è un’area in vantaggio di altre?
«Non esiste il risultato dell’algoritmo che ha dato esito Centobuchi. Qui c’è una disponibilità e non una “pretesa” al pari di Castel Di Lama, Monsampolo, Pagliare. Nel nostro caso (Centobuchi, ndr) c’è un’area logisticamente vocata, vicino allo svincolo autostradale e all’Ascoli-Mare. Credo che alla fine la localizzazione dipenderà da una cosa».
Quale?
«Non credo che l’Ospedale di Ascoli, che è un capoluogo di provincia, chiuderà come è stato ribadito e quindi se si parte da questo presupposto credo che il nuovo plesso forse dovrà essere più vicino alla costa che al capoluogo».
Il Comune di Monteprandone ha già acquistato l’area per l’ospedale?
«Non è vero, è una cosa falsa. Come ho detto prima mettiamo solo sul piatto una disponibilità a livello territoriale al pari delle altre ipotesi che ho citato. Da noi ad esempio c’è anche la “torretta” per il volo notturno dell’elisoccorso…».
Lei guida il quarto Comune per dimensioni demografiche. Non è il caso che i sindaci, al di là della campagna elettorale, prendano in mano questo processo per evitare che veramente sia un algoritmo a decidere?
«Castelli fa bene a convocare la conferenza dei sindaci affinché non prevalga il campanile in questa decisione e non ci sia la paura di perdere qualche prerogativa. Non possiamo certamente essere noi il freno rispetto ad un investimento in grado di avere sul territorio una sanità ancora più qualificata».
R.P.
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