Con questo articolo inizia il “viaggio” di Cronache Picene all’interno della macchina amministrativa del Comune per capire come funziona e come è organizzata la struttura dove lavorano oltre 400 persone e che giornalmente eroga servizi ai cittadini
“A.a.a cercasi responsabile dell’ufficio elettorale del Comune di Ascoli”. E’ l’avviso interno e rivolto esclusivamente ai dipendenti in servizio in vista delle elezioni politiche del 4 marzo 2018. Tra i circa 400 assunti dell’Arengo, infatti, e dopo una serie di riorganizzazioni, macrostrutture, funzionigramma (“l’ultimo giro di valzer” risale al novembre 2106 con la delibera numero 230) manca all’appello proprio un responsabile dell’ ufficio elettorale. Non si tratta di una figura di poco conto visto che la “macchina” da gestire (a partire dall’organizzazione dei 52 seggi, le liste ecc.) è complessa, ci sono da quesiti a cui rispondere e in caso di errori l’attenzione di Prefettura e Tribunale è massima. Il “buco” all’interno dell’organigramma è dovuto al pensionamento del vecchio responsabile (Pasquale Luci) e dalla mancanza della casellina in pianta organica. Dopo la selezione interna aperta a dipendenti a tutti i livelli, il prescelto dovrà essere formato a tempo di record sulla nuova legge elettorale denominata “Rosatellum” che prevede un mix tra proporzionale e maggioritario, collegi diversi tra Camera e Senato, listini bloccati e sfide uninominali e altro. Anche in passato, prima della nomina di Luci, si era verificato un “buco” all’ufficio elettorale ma fu coperto dall’ex direttore Roberto Palumbo che assunse il compito di dirigere la “macchina”. Evidentemente questa volta né la dirigente dei “servizi al cittadino” Alessandra Cantalamessa né l’attuale direttore dell’anagrafe Alberto Pieroni hanno voluto assumere personalmente questo ruolo. Resta il fatto che di fronte ad almeno tre macrostrutture cambiate e ad altrettante rotazioni e nomine di personale a tutti i livelli (dirigenti, direttori, alte professionalità, indennità particolari) sia sfuggita una casella così delicata anche in considerazione del fatto che in Italia si vota mediamente una volta all’anno. Basterebbe pensare a ruoli e profili prima degli spostamenti delle persone.
R.P.
(1-continua)
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