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“Art space” di Grafiche Tacconi
ospita la mostra
del pittore Pino Procopio

ASCOLI - Presentato il calendario d'arte 2018. Quando industria e cultura collaborano. Nell'occasione si può ammirare anche una mitica linotype degli anni '50, ancora funzionante, quando la stampa era a piombo
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Nell’Art Space delle Grafiche Tacconi è stata inaugurata la mostra del pittore Pino Procopio, a cura di Giuseppe Bacci, che ha coinciso con la presentazione del bellissimo calendario 2018 “trecentosessantacinque d’arte”. Si tratta della diciannovesima edizione del calendario-catalogo frutto della sensibilità artistica di Giuseppe Taccoli che dirige, insieme alle figlie Rossana e Serena, le Grafiche Tacconi. Una festa dell’arte pienamente riuscita con tanti artisti, operatori culturali, autorità e appassionati d’arte.

Pino Procopio

Pino Procopio, nato a Guardavalle (Catanzaro) nel 1954, naturalizzato abruzzese, è pittore, scultore e illustratore esponente del figurativismo. Il suo è un linguaggio del tutto originale, sempre ironico e animato da personaggi felliniani con corpi e volti deformati. “trecentosessantacinque d’arte” sancisce l’intelligente e proficua collaborazione, nel segno della cultura spesso bistrattata, tra arte e industria.

Nel calendario-catalogo ci sono testi, oltre che di Giuseppe Bacci, di Costanzo Costantini, Folco Quilici e Mariastella Margozzi.

«La pittura di Pino Procopio – scrive Giuseppe Bacci nel calendario – può essere intesa come bandiera di difesa per i più deboli che cercano quella protezione che la società, a volte non garantisce».

Il vernissage è stato allietato dalle delizie gastronomiche, in collaborazione con Picenum Tour, degli chef Daniele Citeroni dell’Osteria Ophis e Andrea Mosca del Ristorante Marili, e della musica dello Special Jam Trio (foto sotto).

La mostra, in collaborazione con “L’Idioma Centro d’arte”, è visitabile sino a martedì 23 gennaio con orario 16-18,30. Per visite fuori orario: 342.1212133. Curiosità: all’interno delle Grafiche Tacconi è possibile ammirare, ancora perfettamente funzionante, naturalmente a piombo, un’affascinante linotype anni 40/50 appartenuta alla tipografia de “Il Resto del Carlino” di Bologna e acquistata da Tacconi nei primi anni Cinquanta. Un vero pezzo da museo a testimonianza di un mondo che fu.


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