Dai fondi nazionali di Italia Nostra arrivano 10.000 euro per dare una spinta concreta al salvataggio dello spettacolare affresco di 50 metri quadrati della chiesa di Santa Maria a Vetere di Pretare di Arquata del Tronto (Ascoli), definita la Cappella Sistina dei Monti Sibillini, risalente al XVI secolo.
L’accorato appello lanciato da Gaetano Rinaldi, presidente della sezione di Ascoli di Italia Nostra, è stato recepito, dopo un’ampia discussione, dal Consiglio nazionale dell’associazione ambientalista che ha stanziano una medesima somma per il restauro del Crocifisso in legno policromo di Cessapalombo (Macerata). Un gesto di sensibilità e di generosità da parte di Italia Nostra.
Ma siamo solo all’inizio di un’operazione di salvataggio che ha bisogno di altre risorse. La chiesa di Santa Maria a Vetere è uno dei tanti gioielli, tra i più significativi per la verità, danneggiati dal terremoto. L’affresco, del 1579, è attribuito a Fabio Angelucci da Mevale, pittore, insieme ai fratelli, di scuola umbra. La Chiesa fu voluta ai domenicani per ringraziare la Vergine del Rosario dopo la storica battaglia di Lepanto.
Fortunatamente le mura dell’edificio hanno resistito alla violenza delle scosse anche se il crollo del campanile ha danneggiato gravemente il tetto. «Si tratta – ha spiegato Rinaldi rivolgendosi al presidente nazionale di Italia Nostra Oreste Rutigliano e al presidente regionale Maurizio Sebastiani – di un affresco di particolare pregio ed inaspettato pur nel panorama davvero straordinario delle chiese e delle pievi del territorio montano del Centro Italia. Guido Botticelli, esperto dell’Officina delle Pietre Dure di Firenze, definì questa chiesa la Cappella Sistina della zona. Purtroppo però anche questo affresco ha subito danni rilevanti con stacco di numerose parti cadute a terra. Il pericolo maggiore è rappresentato dalle precipitazioni nevose e dalle temperature rigide dell’inverno che potrebbero determinare ulteriori danni, irrecuperabili, alla integrità e salvaguardia dell’opera». Ecco perché bisogna fare in fretta ad intervenire. E la somma messa a disposizione di Italia Nostra potrebbe essere decisiva.
Visto anche il valore simbolico della chiesa di Santa Maria a Vetere, un gruppo di professionisti e operatori economici, originari di Pretare, si è mobilitato per salvare il gioiello. Ha individuato alcuni restauratori, previa autorizzazione della Soprintendenza, i quali hanno stimato in 30.000 euro l’importo necessario per il distacco dell’affresco e il restauro da custodire nei locali da loro messi a disposizione sino al momento in cui potrà essere ricollocato sulla parete della chiesa dopo la messa in sicurezza e il restauro dell’edificio.
Il gruppo di volontari ha già raccolto circa 6.500 euro e si è impegnato a continuare nella raccolta. La Curia ha fatto presente che autorizzerebbe lo svolgimento dei lavori solo al raggiungimento della somma di 30.000 euro. «Ritengo – ha fatto notare Rinaldi – che l’intervento di Italia Nostra contribuisce a esaltare l’immagine dell’associazione e a favorire l’incremento della raccolta sino ad arrivare a 30.000 euro». Speriamo.
Infine un’amara considerazione di Rinaldi: «Il patrimonio dell’area montana del Centro Italia rischia di scomparire per sempre con danni irreversibili per un’area che rappresenta l’antico cuore dell’Italia». Salviamo il salvabile.
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