Trattative in corso tra Pfizer e sindacati sul rinnovo del contratto integrativo aziendale per gli oltre 500 dipendenti del sito ascolano. Tra azienda e parti sociali si è in attesa del terzo incontro alla sede di Confindustria.
«In un precedente incontro -informa l’Ugl- a fronte delle richieste della delegazione sindacale Ugl di ridefinire in termini economici alcune indennità previste dalla contrattazione integrativa esistente, la direzione della Pfizer in un’ottica di ” interscambio” aveva chiesto: alcune modifiche contrattuali precedentemente stabilite a livello aziendale, la cancellazione di alcuni istituti, e la disponibilità sindacale ad una modifica dell’orario di lavoro finalizzata a ridurre in futuro l’uso delle ore di lavoro straordinario; la Pfizer ha chiuso il 2017 con un uso massiccio del lavoro straordinario, impegnando i propri lavoratori, in molti casi anche forzatamente, per quasi tutti i fine settimana dell’ anno, creando un forte disagio tra le maestranze coinvolte. La richiesta di straordinari , che prosegue incessante anche nei primi mesi del 2018, evidenzia inconfutabilmente come la Pfizer abbia una esigenza strutturale e non contingente di ore di lavoro aggiuntive».
Per la Ugl “il tema della modifica dell’orario di lavoro come soluzione allo straordinario assume indubbiamente il ruolo da protagonista nella trattativa di rinnovo dell’integrativo, per la delicatezza delle due variabili possibili: da un lato le potenziali declinazioni occupazionali, dall’altro il rischio di possibili soluzioni alternative penalizzanti per i lavoratori.
Il trend positivo dello stabilimento Pfizer con volumi produttivi in progressiva crescita, non può certamente trovare soluzioni attraverso l’incremento del lavoro straordinario o ritmi di lavoro, ma può e deve essere governato in modo positivo, liberando risorse occupazionali sul territorio. L’Ugl sarà al tavolo con spirito collaborativo, ma con tetragona certezza di non poter condividere soluzioni che possano prevedere aumenti di orario di lavoro o rimodulazioni penalizzanti per i lavoratori in luogo di nuova occupazione».
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Valentina Di baldassarre
Di baldassarre Valentina