«L’attacco di ieri a Macerata, che ha preso di mira degli stranieri, mostra quanto grande sia diventata la minaccia della xenofobia. Non c’è differenza tra gli attacchi di un’organizzazione terroristica e attacchi razzisti di questo genere. In questa situazione si deve prendere una posizione decisa». Così il presidente turco Recep Tayyip Erdogan all’aeroporto Ataturk di Istanbul prima di partire per Roma, dove è arrivato ieri intorno alle 19.
Una visita istituzionale la sua, previsti incontri con il Papa in Vaticano, col presidente Sergio Mattarella al Quirinale e con il premier Paolo Gentiloni a palazzo Chigi. L’eco della follia razzista messa in atto da Luca Traini, che ha sparato per le vie della città ferendo sei africani a caso, considerati bersagli mobili solo per il colore della pelle, aveva già fatto il giro del mondo. E oggi è arrivato anche il commento di una delle personalità più influenti del Medio Oriente. Tornando nel nostro Paese, non si placano le polemiche sui migranti. E dopo le parole di Salvini, sono arrivate anche quelle dell’ex premier Silvio Berlusconi. «L’immigrazione è una questione urgentissima. Oggi in Italia si contano almeno 630 mila migranti di cui solo il 5%, e cioè 30 mila, ha diritto di restare in quanto rifugiati e cioè fuggiti da guerra e morte. Gli altri 600 mila sono una bomba sociale pronta a esplodere, perché vivono di espedienti e di reati». Queste le parole dell’ex premier al Tg5.
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