Delitto di Pamela, tra le 12 e le 19
si è consumato l’orrore
Il taxista tornò per aprire i trolley

MACERATA -In quella fascia oraria non ci sono stati contatti telefonici tra i tre indagati, che in quelle ore le celle collocano in via Spalato. Per gli inquirenti il corpo sarebbe stato fatto a pezzi dal gruppo. L’uomo che aveva accompagnato Innocent Oseghale a Casette Verdini era poi ritornato a controllare cosa c’era all’interno e si era spaventato
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Uno dei sopralluoghi in via spalato

di Gianluca Ginella

Omicidio di Pamela, tra le 12 e le 19 il delitto e l’operazione per fare a pezzi il corpo della ragazza. Questo secondo gli inquirenti che stanno indagando sulla morte di Pamela Mastropietro l’orario in cui sarebbe avvenuto l’orrore nella casa di via Spalato 124 a Macerata.

Desmond Lucky

Prova di questo sarebbe il fatto che in quell’orario si sono interrotte le comunicazioni telefoniche tra Innocent Oseghale, Desmond Lucky e Lucky Awelima, i tre indagati per l’omicidio della 18enne che il 29 gennaio scorso si era allontanata dalla comunità Pars di Corridonia. Secondo gli inquirenti i tre uomini, in base alle celle telefoniche, in quell’orario si trovavano tutti insieme nell’abitazione di via Spalato. E in quell’orario, da quanto emerge, non ci sono state comunicazione tra loro tre. I carabinieri ipotizzano che sia tra mezzogiorno e le 18-19 che sia avvenuto tutto. Anche perché poi, sempre tra le 18 e le 19, Desmond Lucky e Awelima si erano poi allontanati dalla casa. Oseghale era invece rimasto all’interno. Secondo gli inquirenti il corpo della ragazza sarebbe stato fatto a pezzi da tutti e tre i nigeriani. Alle 22 circa Oseghale aveva contattato una sorta di taxista per farsi accompagnare a Casette Verdini di Pollenza con i due trolley in cui aveva sistemato il corpo fatto a pezzi della ragazza.

Lucky Awelima

L’uomo aveva poi riaccompagnato Oseghale in centro a Macerata. Però, da quanto emerge, era poi tornato indietro e aveva aperto i trolley. Scoperto il corpo si era spaventato per poi andare in questura il pomeriggio del giorno successivo per dire ciò che sapeva. L’uomo è comunque estraneo alla vicenda. Sempre da quanto emerge dalle indagini Pamela sarebbe stata uccisa e da un primo referto dell’autopsia la 18enne sarebbe morta a causa delle ferite al fegato. C’è poi anche una ferita alla testa, non mortale. Chi ha agito ha operato sul corpo in maniera scientifica, qualcuno che potrebbe avere già fatto cose del genere in passato. Altro aspetto che emerge dall’autopsia è che la ragazza non aveva segni o tagli sulle mani. 

Nella casa di via Spalato sono state trovate tracce di sangue grazie all’uso del luminol, che si troverebbero lungo tutto il pavimento. La casa, dopo l’omicidio, era stata completamente lavata. Sarebbero però state trovate le impronte dei tre nigeriani indagati. Domani mattina nuovo sopralluogo in via Spalato da parte dei Ris di Roma. Per i carabinieri nell’omicidio sono implicati i 3 nigeriani e non altre persone. Da chiarire comunque i ruoli che hanno avuto.

Il procuratore Giovanni Giorgio e il colonnello Michele Roberti


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