Ultras sull’orlo di una crisi di nervi
Assente il patron Francesco Bellini

SERIE B - In 400 spingono la squadra e contestano società e dirigenti sotto la pioggia e nella nebbia dello "Stirpe". Speranze a terra dopo 23 minuti e l'errore di Buzzegoli li fa ripiombare nello sconforto. In tribuna l'amministratore Cardinaletti e il ds Giaretta, ma il presidente non si vede
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di Claudio Romanucci

FROSINONE – Lo stadio “Stirpe” è avvolto nella nebbia. Proprio come il cammino dell’Ascoli, al tappeto di nuovo (la quarta volta nel ritorno, la tredicesima nella stagione) e sempre più isolato in coda alla classifica.

Gli ultras dell’Ascoli presenti allo “Stirpe” (Foto Mark)

In quasi quattrocento si sono sobbarcati 500 chilometri, rischi stradali e caro biglietti (25 euro il prezzo intero del biglietto manco fosse una gara d’Europa League) per una gara praticamente compromessa dopo l’uno-due in 23 minuti firmato Dionisi-Daniel Ciofani.

Sono i tifosi bianconeri, che di questo campionato ricordano soprattutto risultati deludenti e una scia di sconfitte della loro squadra a cui non erano abituati. Anche oggi hanno provato a fare la loro parte nel nuovo stadio. Il rigore a fine primo tempo li aveva fatti improvvisamente “rientrare in gara”. Niente da fare: una maledizione, in rete non entrano da tempo nemmeno i tiri dagli undici metri, e l’errore stavolta è tutto sulle spalle di Buzzegoli.

Il secondo tempo regala solo un mezzo sorriso: l’Ascoli è cresciuto quando il Frosinone aveva la pancia mezza piena, sul 2-0. In tribuna non c’era il patron Francesco Bellini, ma solo l’amministratore Andrea Cardinaletti e il direttore sportivo Cristiano Giaretta.

Nel dopogara si è presentato ai microfoni solo Cosmi. Prosegue il mezzo silenzio stampa.

 


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