Rincaro Tari, D’Erasmo a Castelli:
«Predichi bene e razzoli male»

ASCOLI - Non si placano le polemiche tra Comune e Provincia. Il presidente accusa: «Da cinque mesi l'Arengo deve rilanciare un provvedimento autorizzato per il sormonto della vasca 1 alla Geta»
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«Ci risiamo: ancora una volta il sindaco Castelli interviene sulla questione rifiuti a sproposito tirando in ballo il sottoscritto in maniera strumentale ed inopportuna per cercare visibilità a buon mercato mettendo insieme fatti e considerazioni in maniera imprecisa e confusa per giustificare l’aumento della TARI». E’ la dura replica del presidente della Provincia, Paolo D’Erasmo alle esternazioni del sindaco Guido Castelli in materia di rifiuti. «E’ quindi proprio necessario -prosegue D’Erasmo- fare alcune puntualizzazioni e rispolverare un po’ di storia sull’argomento…che evidentemente al Sindaco fa comodo dimenticare, e spiegare invece come la criticità nello smaltimento dei rifiuti, ed il conseguente aumento della TARI, è tutta in capo al Comune di Ascoli Piceno.

Paolo D’Erasmo (foto Vagnoni)

Ribadisco che quando ho assunto la Presidenza dell’ATA, i volumi disponibili nella discarica di Relluce erano già ampiamente esauriti, tanto è vero che già nel maggio 2014 erano state emanate, dalla precedente Amministrazione provinciale, ordinanze in deroga per il sormonto di alcune vasche. Pertanto l’unico sito disponibile sul territorio dove conferire i rifiuti ed evitare che gli stessi finissero in strada nel giro di pochi giorni, era quello della vasca III di Geta, ora esaurita per i rifiuti urbani. Inoltre, il progetto di sormonto della Vasca I di Geta, è stato considerato in tutte le riunioni del Comitato di Coordinamento e dell’Assemblea dell’ATA (a partire dal 2016) quale piano stralcio anticipatorio del Piano d’Ambito, al solo fine di evitare per circa due anni il conferimento dei rifiuti a Fermo con costi ben superiori. Il Documento Preliminare al Piano D’Ambito dell’ATA, votato all’unanimità dai comuni – Ascoli compreso – e poi approvato dalla Regione Marche, fa propria tale previsione e rinvia al Piano d’Ambito la scelta della soluzione definitiva di lungo termine. Una circostanza che Castelli dimentica sempre di evidenziare nelle sue periodiche invettive e che dimostra invece come certe decisioni provengono da un indirizzo comune ed unitario del territorio e non dall’ostinazione del Presidente dell’ATA. In merito a tale soluzione bisogna pure ricordare come la prima proposta di Documento Preliminare presentato dal progettista incaricato, prevedeva anche la mera indicazione di tutte le proposte progettuali all’epoca presentate (Relluce compresa), ma fu proprio Castelli a voler eliminare dal documento tale ricognizione di siti di potenziale discarica d’Ambito.  Sottolineo come la Provincia, autorità competente in materia di autorizzazioni ambientali, ha approvato il Progetto di sormonto della Vasca I di Geta il 29 settembre 2017; da allora il SUAP del Comune di Ascoli Piceno ancora non ha rilasciato il conseguente provvedimento unico adducendo, senza competenza, motivazioni che non erano state sollevate nel corso delle conferenze dei servizi svoltesi in provincia. Peraltro il sindaco fa confusione (o no?) in quanto la problematica delle distanze della discarica dal centro abitato non si applica al progetto di sormonto della vasca I di Geta ma ad altro progetto, che non riguarda l’abbancamento dei rifiuti urbani». D’Erasmo prosegue:

Rifiuti in discarica (foto d’archivio)

«E’ evidente -aggiunge il presidente della Provincia- che tale comportamento impedisce il ritorno dell’abbancamento in ambito dei rifiuti urbani e determina il consistente aumento della TARI, che invece tutti i Comuni volevano scongiurare, in special modo quelli come San Benedetto del Tronto ove la raccolta differenziata è più elevata. Anche in tale senso l’ATA, per salvaguardare i piani finanziari approvati dai Comuni, ha mantenuto le tariffe invariate nel corso del 2017 auspicando un ritorno del conferimento in ambito il più presto possibile per contenere gli eventuali aumenti. I ritardi del Comune nel rilascio del provvedimento (siamo oramai a cinque mesi) peggioreranno tali previsioni, e questo deve essere chiaro a tutti i Sindaci, come devono esserne chiare le responsabilità. In merito al progetto relativo alla VII vasca di Relluce, basta dire che le problematiche che tuttora ostacolano l’approvazione del progetto sono relative alla vicinanza di una residenza sanitaria protetta, fattore escludente ai sensi del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti, non certo a volontà ostative della provincia». A Castelli replica anche Tonino Capriotti: «Caro sindaco Castelli, la ringrazio dell’attenzione, ma non pensavo che la mia risposta all’assessore all’ambiente di San Benedetto suscitasse tanto interesse. Voglio pertanto pensare che lei stia rispondendo all’assessore Traini, il quale chiedeva di riportare i rifiuti in provincia. La sua reazione, alquanto esagerata e scomposta, dimostra che qualche responsabilità sulla situazione dei rifiuti se la sente, ma non risponde con chiarezza. Questo di solito succede quando non si hanno tanti argomenti!

Capriotti (foto Vagnoni)

Quello che io penso sulle politiche ambientali è noto a tutti, se sfoglia i giornali di questi giorni lo leggerà anche lei, e non ho ripensamenti in merito. Mi fa piacere che anche lei si sia convertito alla mia posizione. Questa è una notizia! Detto ciò, tornando al suo coinvolgimento sulla questione, le ricordo che le amministrazioni si esprimono con gli atti, non con articoli sui giornali e se ci sono appunti da fare li faccia, non abbia timore: stiamo aspettando! Un ultima considerazione: eviti di dare lezioni su questi temi, specialmente a chi lo ha preceduto da un po’ di tempo in merito. Mi auguro che anche lei raggiunga presto sulla differenziata i numeri che la maggior parte dei comuni del Piceno hanno raggiunto».


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