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Elezioni, la sfida di Marco Fioravanti (Fdi):
«Più lavoro, incentivi come per il Sud
Ascoli-Roma con un treno iperveloce»

ELEZIONI/LE INTERVISTE AI CANDIDATI - Lo sfidante del centro destra nel collegio uninominale per la Camera si confessa: «Non ho nulla a che fare con la gestione dei migranti a Carpineto. Me ne sono andato un anno prima». «L'Area di crisi complessa? Solo un'aspirina». Sul terremoto: «Scavalcati i sindaci, Grave errore»
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di Franco De Marco

«Più lavoro, più lavoro, più lavoro. Mi batterò con tutte le mie forze per creare nuovi posti di lavoro nel Piceno». E’ il mantra di Marco Fioravanti (Fratelli d’Italia) candidato del centrodestra nel Collegio uninominale della Camera di Ascoli. Anni 34, single, laureato in Scienze politiche all’Università di Macerata, è stato per 7 anni operaio della Manuli. La sua carriera politica è iniziata nel 2009 quando fu eletto consigliere comunale per il Popolo della libertà. Nel 2014 venne rieletto per Fratelli d’Italia diventando anche presidente del Consiglio. E nel 2015, ci tiene a ricordarlo come il suo passato di operaio, è stato eletto all’unanimità coordinatore dei Consigli comunali Anci Marche. Se sarà eletto sarà il più giovane deputato nella storia della Provincia di Ascoli.

Lascerà la carica di presidente del Consiglio in caso di elezione?

«Lo deciderà la maggioranza della quale faccio parte».

Qual è il principale punto programmatico della sua campagna elettorale?

Marco Fioravanti


«Il lavoro. Anche perché vengo dalla fabbrica. C’è necessità, nel Piceno, di un intervento strutturale. Per il breve periodo, a livello legislativo, la mia proposta è di inserire l’area del cratere in tutte le agevolazioni previste per il Sud Italia e in particolare in quelle previste dal decreto legge “Resto al Sud” per incoraggiare nuove imprese ad opera di giovani. Non lo ha fatto il parlamentare uscente, l’on Luciano Agostini del Pd, lo farò io. Mi batterò per inserire l’area del cratere del Piceno in tutte le agevolazioni previste per il Sud per favorire imprese e assunzioni. Per il lungo periodo, invece, stiamo lavorando, come FdI, sull’estensione al Piceno, che conta 30.000 disoccupati, della Zona Economica Speciale fatta per la crisi di Taranto». 

Non crede dunque all’utilità dell’Area di Crisi Complessa voluta dalla Regione Marche?

«No. E’ solo un’aspirina. La Regione Marche per i soli progetti fino ad un milione e mezzo di euro di investimento ci ha messo solo 5,7 milioni di euro, mentre il Comune di Ascoli sul progetto Iti ” From Past to Smart” ha ricevuto un finanziamento di 6.748.500 euro ma ha impegnato 7.375.500 euro di risorse proprie per un progetto complessivo di 14.124.000 euro.

Poi ci sono i due progetti di rigenerazione di Monticelli che hanno ricevuto 18 milioni di finanziamento. Anche qui ci sono risorse ascolane, come ha riconosciuto lo stesso presidente Gentiloni, nella sua visita a Monticelli, che ha plaudito il Comune di Ascoli. L’obiettivo è anche superare gli ostacoli della burocrazia come il carrozzone Piceno Consind. Con la Zona Economica Speciale, inoltre, si può migliorare anche il collegamento tra Ascoli e Roma con la Salaria. Questa idea è frutto di un percorso di ascolto con associazioni di categoria, aziende e Ordini professionali (in primo luogo quello dei Commercialisti che ha spinto più di tutti)».

Quali altri impegni si sente di prendere con il territorio piceno?

Le casette ad Arquata

«Ci sono da sfruttare i fondi Por-Fesr assi di finanziamento europeo. Per le Marche sono stati previsti 248 milioni grazie al lavoro del presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani. Ma in base ai parametri previsti dal tavolo tecnico Regione Marche-Ue sono stati esclusi i Comuni con rischio sismico di livello 3 come San Benedetto, Monteprandone, Ripatransone, Grottammare e Cupra che dal punto di vista turistico hanno comunque avuto danni indotti dalla paura. Il mio impegno è modificare tali parametri, prima dell’emissione dei bandi, in maniera da destinare i fondi sia alla zona montana sia alla costa, Tutto nelle Marche Sud. Perché i vantaggi non li abbia solo Pesaro che di terremoto, fortunatamente, non ne ha subìto conseguenza alcuna». Fioravanti esprime pure il proposito di battersi affinché la terza corsia dell’A14 riguardi anche il tratto da Porto Sant’Elpidio a San Benedetto e che la Frecciabianca abbia a San Benedetto le stesse fermate di Pesaro. 

E’ favorevole o contrario alla proposta della ferrovia Ascoli-Antrodoco per collegare San Benedetto a Roma? 

Il “maglev”, treno a lievitazione magnetica in funzione a Shangai (Cina)

«Sono assolutamente d’accordo ma dopo il deragliamento del treno a Pioltello, visti gli alti costi di manutenzione, vedo meglio un treno di nuova generazione, quello a lievitazione magnetica, che non poggia su rotaie ma viaggia sospeso a pochi centimetri da terra, che può raggiungere con i 600 chilometri orari. In Giappone o in Olanda si sta abbracciando questa tecnologia. Perché non pensarci in prospettiva anche da noi? Non è fantascienza». 

Ritiene che ad Ascoli e nel Piceno manchi un evento culturale identitario in grado di attirare un movimento turistico nazionale di numeri significativi?

«C”è bisogno di costruire una rete, un Distretto turistico vero. E’ fondamentale che tutti parlino la stessa lingua. Solo così il Piceno diventa più visibile. Un evento anche grande fine a se stesso non ha senso ma ha senso una pianificazione di eventi importanti di richiamo nazionale abbinati ad eventi collaterali che valorizzino tradizioni e talenti locali. Il Piceno però ha bisogno di un contributo statale considerando anche la penalizzazione che abbiamo subito a causa del terremoto. I Comuni non hanno risorse. Da Por e Fesr può venire un aiuto».

Fioravanti, oggi in Italia esiste un rischio ritorno a ideologie neofasciste?

«No. Non c’è. Il fascismo è finito 70 anni fa. Ma la sinistra, a ridosso delle elezioni, non avendo proposte politiche, la butta sul fascismo. Un problema che non esiste. Pd e Leu hano distrutto l’Italia».

Che giudizio dà della gestione del terremoto da parte della Regione?

«E’ sotto gli occhi di tutti. Nel ’97 D’Ambrosio e Oreficini furono due grandi. Affrontarono quell’emergenza in perfetta comunione con i sindaci. Invece oggi la Regione ha scavalcato i sindaci con operazioni verticistiche che hanno portato allo scontro contro il muro della burocrazia».

Scusi, ma lei cosa c’entra con la gestione dei migranti a Carpineto? 

«Proprio nulla. Ero direttore del Centro vacanze di Carpineto e l’ho portato a oltre 20.000 presenze annue. Sono in aspettativa senza stipendio dal 2014, non partecipo ai Consigli d’amministrazione e quindi alle scelte. La gestione dei migranti, tra l’altro, è iniziata nel 2015».

(1-continua)


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