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Quaglietti, dalla fabbrica alla politica:
«Trentamila disoccupati da ricollocare
Reddito di maternità per chi fa figli»

VERSO LE EZIONI/LE INTERVISTE AI CANDIDATI - Il protagonista della lotta sindacale in occasione della chiusura della Manuli si confessa a Cronache Picene: «L'impegno con il Popolo della Famiglia dopo l'esperienza vissuta con mio figlio»
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di Renato Pierantozzi

Ascolano, sindacalista, segretario dell’Usb e dell’associazione invalidi civili. Ora la sfida in politica con la lista del Popolo della Famiglia come candidato nel collegio ascolano della Camera. Andrea Quaglietti si racconta a Cronache Picene

Quaglietti, dalla lotta in fabbrica all’impegno in politica, come mai ha scelto la lista del Popolo della famiglia?
«Il sindacato difende il lavoro e i lavoratori, invece la politica ha una visuale molto più ampia circa le necessità dei cittadini. In questi 20 anni di sindacato ed in particolare dal 2007, quando si è dato il via alle delocalizzazioni selvagge nel piceno, ho notato da sindacalista sul campo che il nostro territorio non aveva riferimenti politici adeguati per rappresentare e fronteggiare la crisi che tuttora morde le famiglie del territorio. I 30.000 disoccupati non ancora ricollocati rappresentano una città di lavoratori privati di sostentamento economico e dignità».
 Lavoro e sviluppo, come può ripartire il Piceno dopo anni di dura crisi?

Quaglietti

«Ad oggi il territorio Piceno è composto da piccole e medie aziende spesso a condizione familiare che non trovano adeguate soluzioni politiche che aiutino a mantenere la loro competitività e efficienza. Dobbiamo ripartire da questo tessuto ed aiutare coloro che vogliono avviare nuove attività. L’epoca delle multinazionali foraggiate dalle casse del mezzogiorno e similari è decisamente chiusa in maniera fallimentare. Occorre tutelare il made in Italy e rilanciarlo nel mondo. Come Popolo della Famiglia proponiamo il prestito d’onore da concedere agli under 35 per la costituzione di nuove imprese che investano e che siano radicate nel territorio concedendo una defiscalizzazione a coloro che assumono in aree disagiate o soggette a calamità naturali ( alluvioni, terremoto). In questa maniera si auspica anche la ripartenza del commercio che sta battendo il colpo: veder i vuoti, con serrande abbassate i centri delle nostre belle città (un esempio per tutti Ascoli Piceno)è segno che, nonostante i proclami dei partiti che ci governano stabilmente da anni, la crisi non è affatto superata, perlomeno non lo è qui da noi.
Sulla scelta di candidarsi con il Pdf ha influito anche un’importante e dolorosa vicenda familiare resa nota anche sui social?
«Ho vissuto in prima persona quanto sia ormai pervasiva la “cultura dello scarto “ denunciata a viso aperto da Papa Francesco tramite l’esperienza di mio figlio affetto da sindrome di Down e gravemente cardiopatico. Ci era stato consigliato di abortire proprio a causa delle sue gravi patologie. Anche grazie alle ecografie l’abbiamo guardato però, per quello che era realmente: non un feto cardiopatico e down ma nostro figlio, un bimbo indifeso che chiedeva solo di nascere e di vivere la sua vita fino in fondo. Anche la sua morte a pochi mesi dalla nascita ha rafforzato la convinzione profonda che il compito dei genitori è di accompagnare e custodire il mistero della vita dei figli, non di controllarla o manipolarla secondo i propri egoistici desideri . Ho partecipato al Family day 2016 perché le leggi liberticide e pro morte della XVII legislatura stanno portando il nostro bel Paese al baratro: divorzio breve, unioni civili, cancellazione della ricetta medica per le pillole abortive, DAT (dichiarazione anticipata di testamento), liberalizzazione della cannabis, legalizzazione del gioco d’azzardo. Un esempio per tutti la denatalità che genera problemi sociali a catena come l’innalzamento dell’età pensionabile
Nel popolo della famiglia ho ritrovato le ragioni della buona battaglia politica che mette al centro i principi “non negoziabili” su cui è indispensabile costruire una società davvero civile: il diritto alla vita dal concepimento alla fine naturale ,la centralità della famiglia naturale come stabilito dall’art 29 della Costituzione italiana. Condizione sine qua non per una coalizione di maggioranza sarà un decreto legge per il “Reddito di maternità”: 1.000 al mese alle mamme che scelgono di dedicarsi ai figli e alla famiglia».
Il primo impegno per il Piceno in caso di elezione a Roma?

Scioperi davanti ai cancelli della Manuli

«Nel caso venissi eletto, ovviamente il mio primo impegno sarà d’ intercettare risorse e finanziamenti per rilanciare l’occupazione (non solo giovanile ma anche per gli over 50), vero cancro che lacera le famiglie e distrugge il tessuto sociale e per finanziare i Centri accoglienza alla vita, sostegno concreto alla vita nascente contro l’aborto e la denatalità . Il mio impegno nel quinquennio sarà massimo per rappresentare le difficoltà del nostro territorio a partire dalla rilancio della pesca del porto di San Benedetto con la sistemazione del porto, la tutela della costa adriatica contro l’ignobile direttiva Bolkenstein che punta ad espropriare le concessioni con il rischio di perdere un’altra parte di economia del territorio, rilanciare la zona industriale di Ascoli Piceno ( piccole e medie imprese) , l’agricoltura e agli allevamenti, destagionalizzare e potenziare il turismo balneare e culturale , infrastrutture (ferrovia, aeroporto e collegamento stradali ed autostradali) , mantenere la sanità pubblica potenziando i due nosocomi ( Ascoli e San Benedetto) garantendo punti efficienti sanitari anche nell’entroterra (Amandola, Comunanza)».
Ricostruzione post sisma, cosa va e cosa no nelle cose fatte fino ad ora?

Zona Rossa a Montegallo (Foto Vagnoni)

«A un anno e mezzo dal sisma, troppo rimane ancora da fare: macerie da rimuovere e ricostruzione lontanissima dall’avvio. Ho visitato quei luoghi l’ultima volta pochi giorni fa e vedere la rocca di Arquata identica a com’era nei giorni post sisma è davvero doloroso. E’ indispensabile sburocratizzare la ricostruzione garantire agli abitanti di questi bellissimi borghi e frazioni, gioiello del ns centro Italia, di risorgere . Se ciò non verrà fatto, le costruzioni abitative d’emergenza si trasformeranno in permanenti. I fondi ci sono e debbono essere utilizzati per gli abitanti e per la vera ricostruzione».


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