Giaretta e Cardinaletti il giorno della presentazione di Martinho
di Bruno Ferretti
Povero Ascoli. Mancano 13 partite e si sta avviando lentamente, ma inesorabilmente, verso una fine ingloriosa che si chiama retrocessione in Lega Pro. E’ questa l’amara realtà. Una fine triste che il popolo bianconero certamente non merita per l’attaccamento e il sostegno sempre dimostrati verso la squadra del cuore.
Andrea Cardinaletti (Foto Perozzi)
Ma l’incredibile serie di errori commessi dalla squadra in campo, ma soprattutto dalla dirigenza fuori, ha portato a questa situazione. La netta sconfitta in casa con la Salernitana ha compromesso la salvezza del Picchio. Un traguardo ancora possibile, ma certamente più lontano. La classifica, con 10 partite da recuperare (7 rinviate per maltempo più i 3 posticipi per lutto in seguito alla morte di Astori) ) è molto parziale e per avere un quadro esatto bisognerà aspettare i recuperi. Certo è che l’Ascoli è penultimo con un solo punto di vantaggio sulla Ternana che battendo la Cremonese si è riavvicinata e la prossima partita in casa, dopo la trasferta di sabato 10 marzo a Venezia, sarà proprio Ascoli-Ternana. Senza una valida reazione caratteriale, e senza gioco, l’Ascoli dopo un discreto inizio di partita si è consegnato alla Salernitana che non chiedeva di meglio per tornare alla vittoria (dopo sei turni) e risolvere i suoi problemi. L’Ascoli, vincendo , si sarebbe portato a due punti dai campani, invece adesso è staccato di 8 punti.
La contestazione sotto la pioggia
A fine partita circa duecento tifosi hanno contestato dai cancelli di recinzione dello stadio, poi la pioggia li ha convinti a tornarsene a casa e non è successo niente. La squadra, di sicuro, ha grandi responsabilità in relazione al penultimo posto in classifica e dopo una prestazione così non poteva aspettarsi applausi. Cosmi neppure. Ma a nostro avviso le responsabilità maggiori stanno a monte e riguardano la dirigenza voluta, e poi sostenuta, dal patron Bellini. La settimana scorsa Zamparini, nonostante la netta vittoria contro l’Ascoli, ha esonerato a Palermo il ds Lupo accusandolo di non saper dare la giusta carica alla squadra. Mentre Bellini, prima di ripartire per il Canada, ha giustificato l’operato dei suoi dirigenti assumendosi la responsabilità del loro operato. Un’autocritica apprezzabile e giusta quella del patron perché è stato lui a sceglierli e poi a confermarli. Altro errore grave è stato quello di mettere i soci ascolani Faraotti, Tosti e Ciccoianni nella condizione di uscire dalla società.
Cristiano Giaretta
La scorsa estate è stata costruita una squadra che farebbe fatica anche in Lega Pro. E in panchina hanno messo un ex calciatore, aspirante allenatore, che non aveva guidato neppure una squadra amatori. E si è visto subito che l’Ascoli era in grossa difficoltà. A gennaio si poteva e si doveva correre ai ripari. E invece anche a gennaio sono state fatte scelte sbagliate spendendo (male) la somma disponibile. I difetti che c’erano sono rimasti. Tutti. Altrove qualcuno sarebbe stato mandato a casa per manifesta incapacità, nell’Ascoli edizione 2017-2018 tutti confermati al loro posto. Forse in panchina ci sarebbe ancora Maresca se non si fosse dimesso. Ma i tifosi stiano tranquilli: Cardinaletti, responsabile del settore tecnico e dei rapporti con la Lega e il diesse Giaretta sono stati confermati da Bellini per un’altra stagione ovvero fino a giugno 2019. Quest’ultimo sabato allo stadio non c’era. E’ andato a Ferrara per seguire Spal-Bologna.
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