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Morte della piccola Sophia,
assolti i medici del Mazzoni

ASCOLI - Per il giudice Bartoli i pediatri Luigino Luciani e Anna Maria Bianchi del nosocomio ascolano non hanno avuto alcuna responsabilità nel decesso della bambina santegidiese. La famiglia annuncia appello, la mamma: «Me l'hanno uccisa un'altra volta»
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Non hanno avuto responsabilità nel decesso della piccola Sophia Marcozzi, la bambina di due anni deceduta nel 30 giugno 2012 al Mazzoni.

La mamma di Sophia e l’avvocato Maccioni

Il giudice del tribunale di Ascoli, Marco Bartoli, ha assolto “perchè il fatto non sussiste” i pediatri Luigino Luciani, difeso dall’avvocato Iadecola, e Anna Maria Bianchi, difesa dall’avvocato Guglielmo Marconi. Nella precedente udienza l’accusa, rappresentata dal pm Cinzia Piccioni, aveva chiesto una condanna rispettivamente a un anno e sei mesi e a un anno con la concessioni delle attenuanti generiche e i benefici di legge. Erano accusati di omicidio colposo. Il legale della famiglia Marcozzi, Stefano Maccioni annuncia appello nei confronti della sentenza appena saranno rese note le motivazioni.

«Ci lascia l’amaro in bocca – afferma il legale – I giudici parlano con le motivazioni e aspettiamo di conoscerle». Presente anche la madre di Sophia Marcozzi, Natalia Ciarrocchi. «Ho ricevuto tanta solidarietà in questi giorni – dice la donna – Andremo avanti. Non è una battaglia personale, ma credo nella giustizia per poter cambiare le cose. E’ come se Sophia fosse stata uccisa un’altra volta. Non credo nemmeno che da ciò che è stato detto nel processo sia servito per scagionare incompetenza e imperizia».

L’ingresso del Pronto soccorso del “Mazzoni”

La piccola di Sant’Egidio era giunta al Mazzoni dopo aver accusato a casa forti dolori. Alla nascita era stata operata per risolvere un grave problema all’intestino. Dopo il ricovero notturno al “Mazzoni” la situazione precipitò durante la mattinata fino al decesso avvenuto intorno alle ore 14. La Procura e l’avvocato Maccioni, in particolare, avevano contestato il ritardo nella definizione della diagnosi e il mancato trasferimento all’ospedale pediatrico “Salesi” di Ancona. Accuse sempre respinte dalla difesa che ha ribadito la “mancanza totale” di colpe da addebitare al dottor Luciani oltre al corretto comportamento della collega Bianchi.

Sophia morì in ospedale, la Procura chiede la condanna di due medici


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