Conferenza dei sindaci, 20 assenti e diffida
a Castelli che propone un nuovo regolamento

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I sindaci di centrosinistra disertano l’aula e diffidano il sindaco di Ascoli Guido Castelli a riconvocare al più presto la Conferenza dei sindaci dell’Area vasta n. 5 per eleggere il presidente dell’organismo che manca da 3 anni. Castelli, in qualità di vice facente funzioni,  nella Sala della Ragione, con al fianco la direttrice dell’Av5 Giulietta Capocasa e con la presenza di soli 7 primi cittadini di centrodestra, apre regolarmente i lavori, critica gli assenti e presenta la controproposta “fai da te”: un nuovo regolamento per il funzionamento della Conferenza dei sindaci. «Siamo andati a cercare e non abbiamo trovato in archivio un regolamento. – afferma il sindaco di Ascoli – Per questo motivo, e perché ritengo giusto che le modalità di elezione del presidente, come avviene  per l’Ato acqua e per l’Ata rifiuti, debbano tenere conto del numero degli abitanti di ogni Comune, con maggioranza ponderata, propongo un nuovo regolamento. Appena possibile riconvocherò la Conferenza con all’ordine del giorno questa proposta di regolamento e per parlare anche, spero, di sanità. Non ho nessun interesse a rimanere attaccato a questa poltrona. Anche perché nel prossimo anno scadrà il mio mandato». Questa proposta di regolamento prevede, per l’elezione del presidente, una votazione a doppia maggioranza: il 51% dei sindaci presenti ed il 51%della popolazione rappresentata dagli stessi sindaci presenti. Per la validità delle sedute, invece, si stabilisce, in prima convocazione, «la presenza di tanti enti che rappresentino la metà più uno degli enti e che rappresentino il 51% della popolazione». In seconda convocazione «qualunque sia il numero dei presenti».

Il sindaco di Offida Lucciarini (foto Vagnoni)

A sottoscrivere la diffida a Castelli, e a segnalare il caso anche al Prefetto Rita Stentella e al presidente della Regione Luca Ceriscioli,  sono stati 20 sindaci appartenenti all’area di centrosinistra: Sante Stangoni (Acquasanta),  Pierpaolo Rosetti (Acquaviva Picena), Sara Moreschini (Appignano del Tronto), Fabio Polini ( Castignano),  Daniel Ficcadenti (Castorano), Andrea Cardilli (Colli del Tronto),  Alvaro Cesaroni (Comunanza), Domenico D’Annibali (Cupra Marittima ), Angelo Flaiani (Folignano), Augusto Curti (Force), Enrico Piergallini (Grottammare),  Pierluigi Caioni (Monsampolo del Tronto),  Antonio Del Duca (Montedinove), Sergio Fabiani (Montegallo),  Stefano Stracci (Monteprandone), Valerio Lucciarini de Vincenzi (Offida), Giuseppe Amici (Palmiano), Francesco Leoni (Roccafluvione),  Giovanni Borraccini (Rotella) e Alessandro Luciani (Spinetoli).

«I sottoscritti sindaci – affermano nel documento inviato a Castelli –  nel rilevare, per l’ennesima volta e dopo quasi due anni, la mancata possibilità di mettere in condizione la Conferenza dei sindaci dell’Area Vasta 5 di nominare il relativo presidente, a causa della terza convocazione di adunanza trasmessa, priva del necessario punto all’ordine del giorno ad oggetto, non partecipano alla seduta e alle successive sedute che non rimandino all’ indispensabile e necessario obbligo di legge così come previsto dalla legge regionale n. 13 del 2003 (aggiunto dall’art. 15, l.r. 22 novembre 2010, n. 17. così modificato dall’art. 21, l.r. 1 agosto 2011, n. 17, e dall’ art. 5, l.r. 21 marzo 2017, n. 8.), articolo 20 bis comma 3».

I sindaci presenti

«La Conferenza dei sindaci ad oggetto, – continuano – come dimostrato dagli atti, a fronte della decadenza automatica dell’ultimo presidente, causata dalla cessazione avvenuta dalla carica di sindaco (Giovanni Gaspari, sindaco di San Benedetto del Tronto – termine del mandato 19 giugno 2016), non è stata mai messa in condizione di eleggere il nuovo presidente a causa della gestione, a nostro avviso in questo caso illegittima.

I sindaci firmatari intendono garantire la validità di uno strumento di governo indispensabile per la pianificazione delle politiche della salute del nostro territorio a tutela della funzione di rappresentanza istituzionale che deve poter consentire alle autonomie locali di sovrintendere e compartecipare alle scelte attraverso il protagonismo dei cittadini e degli operatori. Chiediamo, quindi, che la Conferenza dei sindaci venga messa nella condizione di poter assolvere al proprio compito che non può certamente essere limitato a produrre meri indirizzi ma che possa invece procedere, anche e principalmente, ad assumere determinazioni propositive e consultive relative al livello di Area Vasta assieme alla facoltà di esprime parere obbligatorio sui piani di programma regionale».

«In queste senso – affermano sempre i 20 sindaci nel documento – risulta decisivo e prioritario, nonché indispensabile, una contributo di merito della Conferenza di Area Vasta 5, nella pienezza dei propri poteri e dei propri ruoli (presidente; comitato ristretto dei sindaci), rispetto alle nuove misure del piano sociosanitario regionale, data le competenze dirette ed esclusive che le Amministrazioni comunali, attraverso gli Ambiti sociali, esprimono. Per i motivi sopra esposti, si diffida il sindaco di Ascoli Piceno ad adempiere alla convocazione di una riunione, da tenersi nel più breve tempo possibile, della Conferenza dei sindaci dell’Area Vasta 5, atta a procedere alla nomina del nuovo presidente della stessa Conferenza e dei correlati organismi di rappresentanza. Qualora tale diffida non sortisca i necessari ed obbligatori effetti procederemo a segnalare, in via formale, l’illegittimo atteggiamento istituzionale alle autorità istituzionali competenti. Ci sembra doveroso ricordare che la nostra ambizione istituzionale è quella che ci viene conferita dalla Costituzione e che, democraticamente, i cittadini ci hanno delegato a rappresentare». La proposta di Castelli “casualmente” ribalterebbe le posizioni dentro la stessa conferenza visto che votando per “quote” (in base ai residenti) e non per “testa” i 13 sindaci (di centro destra e non tra cui Cossignano; tra cui Ascoli e San Benedetto che da sole hanno oltre il 46% della popolazione su un totale provinciale di 209.450, ndr) non firmatari della diffida avrebbero in mano il 51% della popolazione secondo i dati Istat del 2017 riferiti ai comuni piceni.

 


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