I tifosi del Picchio assistono dalla curva del “Penzo” all’ennesimo capitombolo della squadra del cuore (Foto Mark)
di Claudio Romanucci
L’agonia dell’Ascoli non si arresta. L’uggiosa isoletta di Sant’Elena, con la pioggia che ne amplifica il senso d’umidità, è lo scenario che accompagna il ritorno dei bianconeri all’ultimo posto in classifica, raggiunti dalla Ternana (1-1 a La Spezia) e più distanti dalla Pro Vercelli (2-2 in extremis a Bari). Il ritiro non è servito granché. A Venezia, l’Ascoli non ha mai impensierito la difesa lagunare e dal dischetto Geijo ha regolato un incontro complessivamente non straordinario.
Serse Cosmi
Per la maggior parte giunti col traghetto, i quasi 300 tifosi bianconeri si sono collocati nel settore a loro riservato dietro uno striscione con scritto “Tutti colpevoli”. Il messaggio mostrato al “Penzo” era chiaramente rivolto alla società, agli errori commessi in sede di costruzione dell’organico la scorsa estate e poi al mercato di gennaio. Il frutto che sta maturando è un campionato compromesso.
Dopo il vantaggio arancioneroverde di inizio ripresa, è scattata la contestazione, stavolta contro il patron Bellini, invitato ad andarsene. Nei suoi confronti la “piazza” vede le maggiori responsabilità di una “via crucis” imboccata dalla squadra già a metà del girone d’andata.
In sala stampa, davanti ai microfoni, Serse Cosmi – allontanato dalla panchina nel finale per essere uscito dall’area tecnica – parla del buon primo tempo dei suoi («non abbiamo subìto nemmeno un tiro in porta») e si è detto dubbioso sul rigore assegnato al Venezia cui ha comunque fatto i complimenti: «Una squadra che rischia poco ed è brava a concretizzare».
Sull’episodio del rigore che ha deciso l’incontro ha aggiunto: «Dalla panchina era impossibile vedere se c’era o meno rigore e sarei disonesto se mi esprimessi in un senso o nell’altro, bisognava essere molto vicini. In questi casi c’è tanta furbizia da parte del giocatore e forse un pizzico di ingenuità da parte nostra. Bisogna poi capire se nel calcio viene punita l’ingenuità e valorizzata la furbizia. L’episodio è stato, seppur in modo diverso, la fotocopia di quello subìto a Palermo: abbiamo battuto noi dal centro, la palla è andata lunga sulla destra, l’abbiamo persa e non siamo stati attenti in alcune situazioni, poi due o tre rimpalli ed è stato bravo Falzerano a puntare Martinho e l’arbitro».
Sul suo allontanamento dalla panchina, attraverso la società ha spiegato che «ero uscito dall’area tecnica per incitare un mio giocatore ad andare in area di rigore a saltare. Diciamo che su di me è stata posta un’attenzione che ormai gli arbitri o assistenti riservano spesso ai tecnici, tanto che sembra che le partite si giochino più sugli allenatori che su quanto succede in campo. Tanto è vero che ho visto concedere un rigore molto dubbio, ho visto quattro ammonizioni e un’espulsione a nostro carico e nulla al Venezia. Siamo stati in partita fino alla fine – ha aggiunto Cosmi – abbiamo rischiato in occasione della traversa del Venezia, ma negli ultimi 15 minuti siamo rimasti anche in dieci. Oggi ho visto una prestazione completamente diversa da quella di una settimana fa con la Salernitana, la squadra ha reagito, ha commesso errori come d’altra pare il Venezia, ma se pensiamo che erano di fronte quinta contro penultima mi è sembrato un match equilibrato. La nostra situazione – la conclusione dell’allenatore dell’Ascoli – era pesante già prima di questa partita tanto che il pareggio non ci avrebbe dato slancio in classifica ma solo morale. Ora buttiamo giù questo boccone molto amaro e bisogna trovare un minimo di forza e serenità per poter andare in campo con la Ternana e cercare di vincere».
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