Ledda e Di Stefano, boss in incognito
nel salumificio simbolo del sisma

ACCUMOLI - Dai dipendenti dell'azienda Sano specializzata nei prodotti della tradizione amatriciana la voglia di ripartire dopo il drammatico sisma del 2016 che ha sconvolto il territorio a cavallo tra Marche e Lazio
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«Noi montagnoli siamo duri da buttare giù, non vogliamo andare a morire ad Ascoli. Vogliamo stare qua. Il terremoto fa danni alla testa, c’è gente che si è data all’alcol. Quando mi sono alzato ho visto che Arquata non c’era più per metà». E’ stata questa la toccante testimonianza di Andrea, dipendente del salumificio Sano di Accumoli, uno dei paesi simboli del terremoto del 24 agosto insieme ad Arquata ed Amatrice, nel corso della puntata speciale del programma “Boss in incognito” andata in onda lunedì sera su Rai2. Tra i “boss” in incognito, inviati dal proprietario Gianfranco Castelli, ci sono stati anche gli imprenditori Bachisio Ledda, re delle poste private ed editore televisivo a San Benedetto e Guido Di Stefano, titolare del Maglificio Gran Sasso. Ledda in particolare ha affiancato un dipendente nella delicata operazione di “maschiatura” a fuoco dei prosciutti Igp alla presenza di un funzionario del Ministero. Anche Di Stefano è stato impiegato nel ciclo produttivo di preparazione dei salumi e alla fine ha donato un assegno di 10.000 euro al lavoratore del salumificio al pari di Ledda.

Guido Di Stefano

Bachisio Ledda


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