di Maria Nerina Galiè
Non c’è Ascoli Piceno tra i comuni che beneficeranno delle case popolari per fronteggiare l’emergenza abitativa post-sisma. Nessuno dei terremotati del capoluogo sarà sistemato in uno dei 353 alloggi di edilizia residenziale pubblica che l’Erap acquisterà a breve nei 45 comuni del cratere. Erano 22 gli appartamenti propositi in vendita, a fronte dei quali però il Comune di Ascoli non è riuscito a fornire, nei tempi, l’elenco delle famiglie bisognose.
A denunciarlo è stato uno dei cittadini ascolani a cui, addirittura, era stato “assegnato” un alloggio rimasto però soltanto un sogno. A confermarlo le “carte”, molte tra ordinanze e tabelle pubblicate da Erap e Regione Marche, sulla base delle quali Angelo Borrelli, capo della protezione civile, ha stanziato la somma necessaria per portare a termine la manovra iniziata ad aprile 2017.
IL BANDO
Con il Decreto Legge n. 45 del 7 aprile 2017, “recante nuovi interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici del 2016 e del 2017”, lo Stato aveva stabilito di ricorrere alle “case popolari” come misura d’emergenza per collocare in via provvisoria le famiglie soggette a sgombero dell’alloggio. In particolare, la manovra era rivolta a quei cittadini le cui abitazioni erano ubicate in “zona rossa” o avevano subito danni gravi, catalogati con le lettere E o F della scheda Aedes.
Agli Erap regionali era stato chiesto di reperire gli alloggi e selezionarli per tipologia e prezzo. L’Erap Marche ha emesso tre avvisi pubblici di “Manifestazione di interesse” (il primo a marzo, il secondo a maggio, il terzo a novembre) nei quali si invitavano imprese e privati ad avanzare proposte di vendita di appartamenti che avrebbero costituito “una graduatoria, distinta per Comuni, cui fare riferimento per l’eventuale acquisto di alloggi”.
Nel Comune di Ascoli, tra le proposte inviate a seguito dei primi due avvisi, l’Erap aveva selezionato 22 appartamenti: 8 a Mozzano, della ditta “Ennegi di Liverotti Nazzareno e Giovanni snc”; 5 a Lisciano della “Coop.va Edilizia La Maison”; ben 9 a Porta Romana della “Aeffe Invest Immobiliare srl”.
IL RUOLO DEI COMUNI
Nel contempo, ai sindaci veniva dato incarico di evidenziare il fabbisogno, cioè di stilare le graduatorie delle famiglie che avevano diritto all’appartamento di edilizia pubblica e chiedere agli stessi cittadini ritenuti idonei di firmare per l’accettazione.
La Regione il 2 ottobre ha approvato le graduatorie degli immobili, redatte dall’Erap tra il 4 agosto ed il 14 settembre, e indicato la modulistica e i tempi per procedere agli abbinamenti con i possibili assegnatari, indicati dai Comuni. Così si legge nel decreto in questione: «…è stato istituito apposito modulo all’interno della piattaforma informatica regionale per l’abbinamento, da parte dei Comuni, tra unità immobiliari disponibili e assegnatari aventi diritto. Si stabilisce la data del 22/10/2017 come termine ultimo per il caricamento delle informazioni sul sistema informativo da parte dei Comuni. Dopo tale data questo Soggetto Attuatore procederà con gli adempimenti». Sappiamo dall’Erap che il termine del 22 è stato prorogato al 30 ottobre. In ogni caso a seguito degli abbinamenti, ancora la Regione Marche, con Decreto n. 5 del 4 gennaio 2018 dove inviava la richiesta di intervento economico alla Protezione Civile, nella provincia di Ascoli Piceno ha ammesso 2 alloggi nel comune di Acquasanta, 12 Comunanza, 15 a Castel di Lama; 2 a Colli del Tronto; 3 a Folignano; 5 a Maltignano; 1 a Monsampolo; 4 a Offida; 9 a Roccafluvione; 1 a Rotella; 2 a Venarotta.
IL CASO ASCOLI
Nessun immobile in elenco nel capoluogo piceno a fronte di 22 proposti in vendita.
Il motivo? Non erano stati fatti gli abbinamenti appartamenti/nuclei familiari. Ad approfondire, gli elenchi delle famiglie non erano proprio stati fatti: il bando con cui il Comune di Ascoli proponeva ai cittadini “l’assegnazione di immobili in comodato d’uso gratuito temporaneo” è dei primi di novembre 2017, con scadenza 30 novembre, un mese dopo il termine stabilito dalla Regione. E’ pur vero che nel decreto n. 5 veniva concesso ai Comuni altro tempo, senza una vera e propria scadenza: «… in relazione alle richieste delle amministrazioni comunali – recita il decreto n. 5 – si prevede una ulteriore apertura dei termini per consentire l’eventuale ulteriore assegnazione delle unità immobiliari ancora disponibili ai soggetti aventi diritto». Resta il fatto che il capoluogo di provincia ha perso un treno perché è stato escluso, al momento, dalla manovra finalizzata a fronteggiare l’emergenza abitativa.
L’ERAP MARCHE
Ma l’ingegner Maurizio Urbinati, responsabile del presidio Erap regionale, invita all’ottimismo: «Di sicuro verranno riaperti i termini per l’acquisto di altri alloggi, tra cui quelli offerti a seguito del terzo avviso che scadeva a gennaio 2018. Questa soluzione, in alternativa alle Sae e al Cas, è di certo la più vantaggiosa. Gran parte di un patrimonio edilizio rimasto invenduto potrebbe essere così smaltito diventando una risorsa economica per il territorio».
Interpellata telefonicamente martedì mattina sull’argomento, il vice sindaco Donatella Ferretti, delegata alle politiche abitative, aveva annunciato per oggi l’invio di una nota da parte dell’amministrazione comunale per spiegare la posizione dell’Ente. (r.p)
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