A San Benedetto triste cerimonia
senza la canzone dei partigiani (Foto)

25 APRILE - Impeccabile l'evento per la Festa della Liberazione. Tre corone in memoria dei soldati e marinai caduti durante le due Guerre Mondiali. Proibito l’esecuzione di "Bella Ciao". Pochissime parole del sindaco Piunti
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di Epifanio Pierantozzi

(fotoservizio Alberto Cicchini)

Impeccabile cerimonia per la Festa della Liberazione, con tre corone deposte in memoria dei soldati e marinai caduti durante le due Guerre Mondiali. Peccato che il Comune abbia proibito l’esecuzione di “Bella Ciao”, ma in compenso il sindaco Piunti ha parlato poco, anzi niente (12 parole in tutto). L’impeccabile precisione militare – a gestire i tre momenti del 73° anniversario della Liberazione 25 Aprile – sono stati i marinai della locale Capitaneria di Porto, oggi agli ordini del vice comandante capitano di Fregata Gianluca Oliveti – ha fatto risuonare il primo squillo di tromba alle 11,30 davanti al monumento ai Caduti della Grande Guerra, con la banda che suonava “La canzone del Piave”. Poi, a pochi metri, ecco ripetersi la cerimonia, ma stavolta con l’esecuzione dell’Inno di Mameli.
PACE ARMATA – Infine, preceduto dalle majorette e dalla banda cittadina – per l’occasione eseguiva un pezzo che riecheggiava i momenti culminanti dei film quando il condannato a morte si avvicinava al palco dove lo attendeva il boia – il corteo della autorità, con un gran numero di persone al seguito, ha attraversato la Rotonda e, all’ombra del faro e davanti al monumento ai Caduti in mare, si sono levate le note di “Pace armata”, inno del Reggimento di Fanteria di Marina “San Marco”, e quanto mai indovinato per l’attuale momento politico nazionale
PASQUALINO IL BREVE – Poi il sindaco Pasqualino Piunti ha preso, ma ha subito perso, la parola. Infatti il primo cittadino, dopo i soliti e doverosi ringraziamenti, ha detto: «In momenti come questi non è bene dare consigli, ma buoni esempi». Ammettiamolo: fosse stata farina del mulino di Piunti sarebbe stato un fulgido esempio di stringata sapienza. Peccato non sia così.
MASSIME E NOTE – Infatti il Sindaco ha citato François de La Rochefoucauld –
parigino (1613-1680), considerato uno dei più grandi aforisti di tutti i tempi che diede alle stampe le sue Massime (“Réflexions ou Maximes morales”) -, il quale ebbe a scrivere come “I vecchi amano dare buoni consigli per consolarsi di non poter più dare cattivi esempi”.
Parole che vi riportano alla mente “Bocca di rosa” di Fabrizio De André quando cantava .
“Si sa che la gente da’ buoni consigli
sentendosi come Gesù nel tempio
si sa che la gente da’ buoni consigli
se non può dare cattivo esempio”.
Forse Piunti voleva proprio citare de La Rochefoucauld, poiché notoriamente, quando aveva un senso esserlo, De André era di sinistra.
CIAO! BELLA – Da che ho memoria, a ogni ricorrenza del 25 Aprile si sono levate le note di “Bella ciao”, magari cantata dai presenti. Bene, il Piunti ha abolito questo “vecchiume” e, imposto il silenzio sulla canzone che – al di fuori di ogni ideologia (meno quella fascista, of course) – riporta alla memoria la Liberazione. E pensare che ad Ascoli, al cospetto del suo collega Guido Castelli, “Bella Ciao” viene cantata.
TESSERA ANPI – E pensare, ricorda un suo ormai ex “compagno d’arme”, che quando era vicesindaco con Martinelli, il Piunti prese persino la tessera dell’Anpi, ovvero da partigiano! Forse è il caso che gli venga revocata, per far riposare in pace chi ha combattuto per la Liberazione, non per la Pagnotta.

 


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