di Andrea Ferretti
“Ancora Anpi?! Gli studenti sono stanchi”. E’ lo striscione apparso questa mattina ad Ascoli sul muro dell’ingresso laterale dell’Istituto tecnico commerciale e per geometri Umberto I – meglio conosciuto come Ragioneria – in via Marucci, nel cuore del centro storico. Già in passato la scuola era finita al centro di polemiche per la presenza di un quadro raffigurante Benito Mussolini a cavallo (poi rimosso), e poi nel novembre scorso per un incontro organizzato dalle Acli sull’accoglienza dei migranti che aveva scatenato la reazione di CasaPound con un grande striscione appeso fuori dall’istituto.
Un atto vile e vergognoso allo stesso tempo quello messo in atto da un gruppo di imbecilli figli di una madre purtroppo perennemente incinta. Un gesto senza senso e frutto di una ignoranza sterminata che travalica ogni confine ideologico e politico. Frutto del lavoro di ragazzi che probabilmente pensano che la storia sia solo quelle dei videogiochi o degli smartphone che giornalmente offuscano la loro mente. Ragazzi figli di genitori che non sono stati in grado di spiegare loro che, se oggi vanno a scuola e poi a giocare al calcio (o alla playstation), e se possono parlare e confrontarsi con gli altri, lo devono essenzialmente a chi, alla loro stessa età, una settantina di anni fa ha sacrificato la propria vita in questa città e nelle colline che la circondano. Vita che non era quella cui hai accesso in un videogioco dove più ne ammazzi e più vinci.
«Sono senza parole ma purtroppo non mi meraviglio» il commento di Rita Forlini, vice presidente dell’Anpi (Associazione nazionale partigiani) di Ascoli che è anche responsabile didattica dell’Istituto per la storia del movimento di Liberazione nelle Marche e dell’eta contemporanea. Proprio ieri era stata lei a recarsi – lo fa tutto l’anno, soprattutto in questi giorni a ridosso di una data importante come il 25 Aprile – all’Istituto Umberto I per incontrare e parlare ai ragazzi. «Ne erano una sessantina e non mi è sembrato che tra loro ci fossero elementi intolleranti. Qualche avvisaglia per la verità mi era giunta all’orecchio, sembra che qualcuno da qualche parte avesse notato della colla liquida che si usa per attaccare i manifesti». Così è stato. E la notte scorsa mani ignote hanno provveduto ad affiggere il manifesto (ragazzi diligenti visto che hanno risparmiato dalla vernice il muro della propria scuola) con la scritta che nelle foto si commenta da sola.
Gli addetti della scuola mentre rimuovono lo striscione
Tempo però dieci minuti, e la direzione dello stesso Istituto ha provveduto a rimuovere di gran corsa i fogli di carta bianca con scritte rosse e (soprattutto) nere. «Noi dell’Anpi non ci stanchiamo di incontrare i ragazzi e nulla ci ferma – spiega Rita Forlini – è nostro compito divulgare la storia che ci ha portato fin qui, donandoci una libertà di cui tutti possiamo godere. Purtroppo chi commette questi gesti non si rende conto che se a quella dittatura ne fosse subentrata un’altra, oggi non saremmo qui. Il pericolo maggiore resta l’ignoranza di chi non si rende conto che la Costituzione è frutto di quei morti che ci hanno donato il pieno esercizio della libertà. Noi vogliamo incontrarli questi ragazzi, l’abbiamo fatto anche in occasione del 25 Aprile quando un gruppo di giovani, dopo la cerimonia di San Marco, ha parlato con noi, col nostro presidente Pietro Perini che ha raccontato loro la storia della Resistenza a Colle San Marco. Con i giovani vogliamo che sia sempre vivo uno scambio di opinioni, devono capire che la Resistenza non è stata solo di una parte, ma di tutti».
Del caso non possono non interessarsi le forze dell’ordine. Magari verrà visionato qualche filmato delle videosorveglianze della zona, o forse no. In questi casi, in una città piccola come Ascoli, non è molto difficile trovare chi ha ancora le mani sporche di vernice. E dove cercare questa gente non è certo un’impresa.
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