di Pietro Frenquellucci
L’economia del Piceno è in fase di lenta ripresa, ma restano ancora pesantissimi gli effetti della crisi che ha segnato gli ultimi dieci anni della vita dell’intero Paese. Per cercare di capire a che punto è e quali sono le prospettive del territorio dal punto di vista del lavoro, dell’impresa, dello sviluppo e del rilancio dell’economia, Cronache Picene ha avviato un’inchiesta articolata che affronta i vari aspetti di questo complesso e delicatissimo settore.
La prima parte di questo lavoro ha visto coinvolti alcuni protagonisti del territorio -dal sindacato alla politica, agli enti preposti a favorire lo sviluppo industriale- ha analizzato gli strumenti e i finanziamenti attualmente disponibili per sostenere la ripresa economica, ha fotografato lo stato della zona industriale per capire come sia evoluta la presenza dell’impresa nel territorio.
Da questi elementi scaturisce uno spaccato di luci ed ombre che trova un elemento convergente principale, vale a dire la consapevolezza che per il Piceno si sta giocando la partita della vita e che non c’è tempo da perdere. E’ necessario che i protagonisti del mondo politico, economico e produttivo decidano quali direttrici di sviluppo devono essere indicate per il territorio così che esso possa esprimere al meglio tutte le sue potenzialità. La tragedia del terremoto, con la necessità di investire gli straordinari fondi della ricostruzione, e una serie di iniziative che stanno portando nel Piceno finanziamenti come mai in precedenza, rendono il momento difficilmente replicabile.
Nel prosieguo dell’inchiesta verranno coinvolti in modo diretto gli imprenditori per capire come si articolano le diverse sensibilità e quali sono le richieste per spingere il territorio nella direzione di una ripresa che si consolidi restituendo al territorio un livello occupazionale tale che garantisca alla comunità la giusta serenità e fiducia nel futuro.
Un tratto della zona industriale di Monsampolo (foto Vagnoni)
IL QUADRO – Secondo un’elaborazione dell’Ires (Istituto ricerche economiche e sociali) della Cgil alla fine del 2017 gli occupati complessivi nella provincia di Ascoli erano 80.365 (147 in meno rispetto al 2015 e 42 in meno sul 2016). Ma se si va ad analizzare il rapporto tra occupazione maschile e femminile ci si accorge come le situazioni siano diametralmente opposte. Mentre nel rapporto tra 2016 e 2017 l’occupazione maschile sale di 1.455 unità (+3%) quella femminile cala di 1.497 unità (-4,2%) contribuendo in modo decisivo al saldo negativo registrato di -42 occupati. In percentuale il tasso di occupazione complessivo a livello provinciale si attesta al 58,5% (+1,2 sul 2015, +1,4 sul 2016) pari al 66,4% dei maschi e al 50,8 per le femmine. Pesante il dato della disoccupazione nel 2017 che tocca il 14,5%, in leggero calo (-0,3%) rispetto al 2016, in crescita di 3,3 punti sul 2015. Ad avere il maggior numero di occupati è il settore dei servizi con 56.980 addetti (+5,9% rispetto al 2016), seguito dall’industria (17.782, -12,8% sul 2016), dall’edilizia (3.113, -14% rispetto al 2016) e dall’agricoltura (2.490, -4,4% sul 2016).
(nella prossima puntata l’intervista al segretario generale della Cgil picena Barbara Nicolai)
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