di Benedetto Marinangeli
«In questi giorni non ho rilasciato dichiarazioni e non mi va di fare polemica. Alla Samb ho dato il cuore ed il meglio di me stesso, cominciando a lavorare dalle otto di mattina e concludendo alle otto di sera». Eziolino Capuano torna a parlare dopo l’ esonero.
Eziolino Capuano
«Sono arrivato alla Samb -afferma- con un entusiasmo devastante. Per andare in panchina a Ravenna, al mio debutto, ho rinunciato ai soldi che il Modena doveva darmi facendo la risoluzione anticipata. Quando ho preso in mano la squadra, eravamo a metà classifica, con sette-otto formazioni davanti. La situazione non era delle più belle, anzi, dissi che il mio predecessore ( Francesco Moriero, ndr) non avrebbe meritato l’esonero. E ho portato il club rossoblù al secondo posto in classifica. I numeri comunque non sono tutto in questo sport. Il calcio è fatto di altre cose. Ho allenato una squadra di veri uomini, resistendo a tutti gli attacchi quotidiani che mi venivano fatti, e nel momento in cui sono arrivato in fondo, mi è stato scippato qualcosa che avevo conquistato di diritto».
Capuano, poi, spiega quando il rapporto con Fedeli ha iniziato a deteriorarsi. «Tutto -dice- nasce dopo la vittoria con la Fermana (30 dicembre 2017, ndr) quando facemmo una riunione fiume sulle strategie di mercato. A quel punto eravamo a tre lunghezze dal Padova e bastava intervenire in anticipo per avere poi positivi riscontri. Andrea Fedeli, però, è andato in Messico e tutto si è bloccato. Andai a Roma continuamente dal presidente Fedeli ma senza esito. Mi dicevano che il programma era quello di un campionato con i giovani ma poi si chiedeva sempre di vincere. Ma nonostante tutto nel mercato di gennaio, dopo che sono stati ceduti ben nove giocatori e ne sono arrivati altri quattro con la società ha realizzato comunque una plusvalenza. Sono stati bravissimi il dg Gianni e il diesse Panfili».
Il rapporto si è così sgretolato tanto che Capuano aveva presentato alla dirigenza le proprie dimissioni. «L’ho fatto -continua- ben tre volte e addirittura inviando un telegramma in sede prima della trasferta di Fano. Per la prima volta nella mia carriera ho visto cose orribili, con due giornalisti che dicevano in sala stampa cose orribili, attacchi continui e delegittimanti che hanno mandato in confusione il presidente Fedeli. Lascio la Samb al secondo posto ed in lotta per la B. Chi ha influito e consigliato il presidente Fedeli a prendere questa decisione, in caso di mancato raggiungimento se ne deve prendere la responsabilità».
Franco Fedeli
Capuano smentisce qualsiasi attrito con la squadra. «Con i calciatori ho un ottimo rapporto perchè se non ci fosse stato ora la Samb lotterebbe per i play out. La squadra è stata massacrata quotidianamente dal presidente Fedeli con i giocatori che vengono messi alla berlina. Queste sono cattiverie che sono state messe in giro ad arte. Il fatto è che Fedeli vuole vincere ma per farlo bisogna investire. Lo scorso anno ha avuto Mancuso, oggi Capuano. Ora voglio vedere cosa si inventerà il prossimo anno».
Il mister rivolge il suo pensiero a Franco Fedeli. «Al presidente, che gode della mia stima e del mio rispetto come persona, auguro tutto il meglio. Capisco che è un passionale, ma nel dopopartita probabilmente si confonde. Ha detto delle cattiverie e delle eresie. Anche lo ‘scienziato’ che fa il giornalista dovrebbe ricordare al presidente quello che ho vinto io. Non credo che Fedeli abbia vinto la Champions League, ma solo un campionato a San Benedetto mentre a Rieti è stato ripescato. Un tecnico deve essere giudicato in base a quello che allena, e in base al materiale umano che ha a disposizione. Bisognerebbe essere più cauti nell’esprimere certi giudizi. Sono più di trenta anni che alleno e il mio nome non è mai stato associato a cattiverie e a situazioni delicate. A farmi esonerare è stato secondo me proprio quello ‘scienziato’ che in conferenza stampa non faceva altro che invocare il mio esonero, nemmeno gli avessi ucciso un figlio».
Capuano infine conclude così la sua disamina. «Colgo l’occasione -analizza- per ringraziare la mia squadra e salutare il mio popolo, la mia Curva. Ho riguardato le immagini quando facevo il giro del campo dopo le vittorie, e lo dico con commozione. Ho solo un problema, che non so gestire le sconfitte. Non sono mai rientrato a casa e lavoravo, dopo una sconfitta, preparandomi sulla squadra successiva. Non so chi abbia messo in testa al presidente che la Samb doveva lottare per forza per i vertici. Qui dopo una sconfitta la squadra è stata mandata in ritiro, sono stati annullati dei permessi, e se potessi consiglierei ai direttori sportivi di altre squadre di prendere i giocatori della Sambenedettese. Non ho mai visto un gruppo come questo».
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