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Arquata, il futuro nelle idee
Pericoli premia gli architetti

ASCOLI - C'era anche il maestro alla cerimonia finale del concorso nato per raccogliere proposte da utilizzare sul sito dove sorgeva la frazione di Arquata. Vincono in tre, tra cui l'ascolano Lorenzo Cellini
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Un momento di confronto tra i giurati

di Pietro Frenquellucci 

C’è anche l’architetto ascolano Lorenzo Cellini tra i tre vincitori “ex aequo” del concorso di idee sul futuro di Pescara del Tronto promosso dall’Ordine degli Architetti in collaborazione con l’Inner Wheel International – Distretto 209.
Insieme a Cellini, trent’anni, laureato alla Sapienza di Roma in “Architettura del paesaggio”, si sono aggiudicati in concorso gli architetti Caterina Rigo di Venezia e il pugliese Antonio Fini. «L’idea del mio progetto -ha detto Cellini- è stata quella di dare concretezza al bando che introduce uno strumento culturale nella progettazione. Vale a dire realizzare uno spazio che possa essere riconosciuto dalla comunità locale di Pescara del Tronto in senso di continuità rispetto al passato».

Tullio Pericoli

A spiegare le ragioni dell’ex aequo è stato l’architetto di fama internazionale Stefano Boeri, presidente della giuria, che in un contributo video ha detto: «Le 25 proposte pervenute si sono concentrate in tre grandi filoni, quello del paesaggio, quello dell’innovazione e quello dell’introduzione di nuove funzioni considerato che i luoghi non possono essere riportati al passato». Boeri si è complimentato con gli organizzatori del concorso definito «un eccellente esempio, un modello di riferimento, di quello che si dovrebbe fare in situazioni come il terremoto».
Il maestro Tullio Pericoli, componente della giuria e presente all’iniziativa anche con un video che riproduceva alcuni suoi lavori legati al sisma, ha raccontato la sua esperienza nel dopo terremoto. «Quei quadri che avete visto -ha detto rivolgendosi al pubblico che ha affollato la sala della Ragione di Palazzo dei Capitani, dove si è svolto l’evento- sono nati quasi inconsapevolmente. Dopo il terremoto sono stati sui luoghi della tragedia, ci sono stato più volte e sono rimasto fortemente colpito da quello che ho visto. Poi sono tornato al mio lavoro e quando alcuni mesi dopo sono andato a riguardare alcuni quadri che avevo fatto in quel periodo mi sono reso conto che quello che avevo rappresentato sulle tele erano i paesi colpiti dal terremoto. Come dire, senza che me ne accorgessi, mi erano rimasti nella mente e nelle mani».

L’appuntamento è stato condotto nelle sue varie articolazioni dalla governatrice del distretto 209 dell’Inner Wheel International Antonella Roncarolo, che aveva al suo fianco la presidente mondiale del sodalizio, la dottoressa indiana Kapila Guta che ha ripetutamente lodato l’iniziativa che «rientra perfettamente nelle linee guida del mio mandato -ha detto- riassunte nello slogan “Lascia un’impronta duratura”».
All’evento erano presenti il sindaco Guido Castelli, quello di Arquata del Tronto Aleandro Petrucci e il prefetto Rita Stentella. Di forte impatto il parallelo fatto dal primo cittadino ascolano: «Il terremoto è un evento di straordinaria caratterizzazione anarchica nel senso che sconvolge senza alcun criterio logico menti, cuori e luoghi». Toccante l’intervento di Petrucci: «Il Comune di Arquata aveva 13 frazioni, 7 saranno completamente abbattute. A Pescara del Tronto ci sono stati 47 morti, era giusto ricominciare da lì. Ad oggi sono state tolte 150.000 tonnellate di macerie, ne restano ancora 300.000. Se non si tolgono le macerie non si può ricostruire. Speriamo che non ci abbandonino». E il prefetto ha aggiunto: «Il territorio ha ancora bisogno di sentire la vicinanza di tutti ma non dobbiamo dimenticare che la ricostruzione è un lavoro complicato».
«Il nostro è un contributo di idee -ha ricordato il presidente degli architetti piceni Dario Nanni– non si tratta di progetti esecutivi. Quelli verranno poi, a seguito dell’iniziativa degli enti pubblici incaricati della ricostruzione. Siamo certi che terranno in considerazione il lavoro che è stato fatto dai concorrenti al nostro bando perché tutte le idee presentate hanno elementi di indubbio interesse da valutare e inserire». Gli ha fatto eco il vice presidente dell’Ordine degli Architetti Fabio Viviani: «E’ il primo intervento culturale vero sul cratere nel suo complesso. Per quanto ci riguarda abbiamo messo scienza e coscienza al servizio del territorio e non sarà l’ultima volta che lo faremo».


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