Piazza del Popolo e le vie del centro
trasformate in toilette per cani

ASCOLI - Le pipì dei fedeli quattro zampe scorrono a fiumi sulle colonne e sugli angoli di case e monumenti ed hanno cambiato colore al travertino. Non si riesce a trovare rimedio per "educare" i proprietari
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Corso Mazzini: l’inizio del colonnato lato ovest di Piazza del Popolo

di Andrea Ferretti

Qualche mese fa su “Cronache Picene” avevamo riportato la bizzarra iniziativa di chi aveva pensato di mettere su un “Bar per cani”. Era anche scritto sul cartello-insegna della nuova attività posizionata in via San Giuliano, strada del centro chiusa al traffico. Avevamo anche commentato che nessuno si meraviglierebbe se, dopo i primi negozi di toelettatura per cani e i primi timidi tentativi di dogsiteraggio nel frattempo diventato un lavoro, prima o poi non comparirà pure il primo “taxi gatto”. Il bar nel frattempo è scomparso: forse per il vento che ha rimosso la mini struttura, forse perchè qualche residente non era del tutto d’accordo con l’iniziativa. Non lo sapremo mai.

L’ormai ex “Bar per cani” in via San Giuliano

Per carità, guai a rovinare le giornate a questi fedeli amici a quattro zampe. Bisogna fare di tutto affinchè stiano bene e vivano tranquilli. Ma, per evitare quindi di ricorrere al veterinario-psicologo che oltre alle zecche deve togliere anche lo stress di Fido, non è obbligatorio permettere loro di fare la pipì ovunque. Purtroppo, però, è sotto gli occhi di tutti come le pipì dei cani abbia ridotto la maggior parte delle colonne di Piazza del Popolo oltre a una miriade di angoli delle case del centro storico. Travertino perennemente bagnato, con il colore originale diventato un lontano ricordo.

Colonnato sud di Piazza del Popolo

Alcuni anni fa, quando era fresco di fascia tricolore, il sindaco Guido Castelli disse che avrebbe interpellato l’ufficio legale del Comune per vedere se, nello specifico caso della pipì, si potesse ravvisare il reato di abbandono di rifiuti. Evidentemente così non dev’essere. Le pipì continuano a scorrere a fiumi, una sull’altra. Siccome i cani randagi ormai non esistono più, nel mirino restano i simpatici cagnolini ormai abituati a farla dove vogliono, quando è invece possibilissimo tirarli via per il guinzaglio, cioè “educarli” fin da cuccioli. Invece no. Per carità, guai a rovinare le loro abitudini. Che poi la pipì dei cani oltre a insudiciare strade, muri e colonne sia anche nocivo per l’uomo, e pericolosa poichè corrosiva, potrebbe apparire esagerato. Ma non lo è.

Lato sud della Loggia dei Mercanti

Anni e anni di pipì di cane, tre estati fa contribuirono insieme all’acqua piovana alla caduta di un palo di ferro dell’illuminazione in via Tranquilli a Porta Maggiore, una delle toilette dei cagnolini del quartiere. Il palo finì, per fortuna, sopra un’automobile parcheggiata senza nessuno a bordo. Ma la loro pipì, è dimostrato, è stata anche causa di danni ai dissuasori a scomparsa, quelli che delimitano alcune zone Ztl del centro storico e che costano circa 10.000 euro l’uno.

Proprio quel centro storico che Ascoli – da tanti anni – vorrebbe venga inserito nella lista dei siti “patrimonio mondiale culturale e naturale dell’Unesco”. La proposta è stata avanzata da almeno una decina di sindaci e uno stuolo di assessori e viene ciclicamente riproposta mettendo ogni volta in risalto la peculiarità del travertino ascolano. Sembrerebbe però che l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura – cioè l’Unesco – continui a fare orecchie da mercante perchè si è resa conto che il travertino in questione è troppo impregnato di pipì dei cani.

Via del Trivio angolo via dei Notai: siamo a dieci metri da Piazza del Popolo

Via del Trivio angolo via Cesare Battisti: siamo a dieci metri da Piazza del Popolo

Le colonne all’angolo Piazza del Popolo-corso Mazzini


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