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Associazioni unite
a difesa della valle del Bretta

ASCOLI - Discariche, inquinamento e traffico veicolare nel mirino: «Inattuabili gli obiettivi di sviluppo sociale, comunicazione e divulgazione turistica e geo-naturalistica delle ricchezze di questa parte del Piceno». Sono una quindicina i soggetti che si battono per la causa
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Unite per preservare e difendere gli spettacolari panorami dei calanchi e la valle del Bretta. Il nemico numero uno, si chiama discarica. Sono tutte d’accordo le associazioni che, ad oggi, continuano a lottare e a ribadire la necessità di lanciare campagne informative per sensibilizzare i cittadini, soprattutto del comune di Ascoli, illustrando la bellezza dei calanchi, con la loro naturale vocazione turistico-ambientale, ma anche le devastanti trasformazioni ambientali subite a causa delle discariche. «In quella zona sono presenti due discariche, la Geta e la ex Ipgi. La prima è attiva per l’abbancamento sia di rifiuti pericolosi che di rifiuti urbani, la ex IPGI è dismessa da qualche decennio e mai bonificata. Mentre quest’ultima perde percolato che inquina spesso e volentieri il torrente Bretta sottostante (di conseguenza anche il fiume Tronto e quindi il mare), la Geta, che ha esaurito la sua capacità di abbancamento, ha fatto richiesta di costruire una nuova discarica da un milione di metri cubi, oltre alla richiesta pendente di ampliamento della attuale discarica con una quarta vasca da 580.000 metri cubi, e al sormonto della vasca giù chiusa perché colma, già autorizzato da una recente conferenza di servizi, con rischi evidenziati dal Politecnico delle Marche, che ha imposto numerose prescrizioni» spiegano i portavoce delle associazioni coinvolte, ovvero Cai, Cisi, Amici della Bicicletta, Gas Gasper Gruppo di acquisto solidale, Acli Terra, Comitati Tutela Colline Picene, Tutela del Bretta, CiRifiutiAmo, Associazione Lo Castello, Movimento difesa del cittadino, Legambiente, Associazione Parco Calanchi e Monte Ascensione, Italia Nostra.

L’ingresso della Geta

«Una ulteriore criticità è rappresentata dalla viabilità del tutto inadeguata, lungo una strada stretta, tortuosa e ad elevato rischio di dissesto idrogeologico, dove transita mediamente un camion ogni 6 minuti. I calanchi sono aree di notevole pregio paesaggistico e naturalistico, oltre che molto fragili dal punto di vista geologico, che meritano di essere opportunamente valorizzate soprattutto dal punto di vista turistico, come accade in diverse parti d’Italia. -proseguono- Evidentemente, l’eventuale realizzazione di un tale numero di discariche renderebbe del tutto inattuabili gli obiettivi di sviluppo sociale, comunicazione e divulgazione turistica e geo-naturalistica delle ricchezze di questa parte del Piceno, che partono innanzitutto dalla qualità del paesaggio per comprendere cultura, arte, natura, tradizione, storia, produzioni tipiche locali, e molto altro ancora».
«Intendiamo sostenere la valorizzazione dei calanchi in tutti i modi, a partire dalla costituzione del Parco dei calanchi e del Monte dell’Ascensione e faranno sentire la loro voce. -concludono le associazioni- Quest’ultimo infatti è stato da tempo designato “sito di interesse comunitario” per la tutela delle specie di flora e fauna selvatiche e “zona di protezione speciale” per la conservazione delle specie di uccelli di interesse comunitario (Sic e Zps).Sollecitiamo tutte le autorità e le istituzioni interessate a sostenere il progetto del parco e a non permettere che questo territorio diventi la discarica a cielo aperto del Piceno».

 

 

 

 

 

 


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