Da sinistra Tullio Patassini, Emidio Colucci, Paolo Arrigoni, Andrea Antonini e Massimiliano Castagna
di Claudio Felicetti
Colpi di scena in tivvù e polemiche incrociate sui social animano la campagna elettorale in vista del voto del 10 giugno. Dopo i tranquilli comizi di apertura, ora i cinque aspiranti sindaco si danno battaglia nelle piazze vere e in quelle virtuali.
A ravvivare il primo confronto televisivo tra i cinque candidati (sull’emittente Vera Tv), fino ad allora un po’ spento e scontato, ci ha pensato la candidata sindaco Sandra Sprecacé che, quasi in conclusione della trasmissione, rispondendo a una domanda e cogliendo tutti di sorpresa, ha tirato fuori un cilindro con dentro il suo diploma di laurea.
Sandra Sprecacè
«L’ho portato con me in questi giorni di campagna elettorale -ha fatto sapere a telespettatori e soprattutto ai suoi avversari- è il mio asso nella manica, così poniamo fine a un’angosciosa vicenda. Come ho sempre dichiarato e autocertificato, ho conseguito la laurea in Giurisprudenza a Milano il 19.03.1992. Non è contraffatta ed è originale -ha aggiunto mostrando orgogliosa il documento a favore di telecamera- Per tre anni sono stata attaccata ingiustamente e immeritatamente, con supposizioni e illazioni diffamatorie su facebook e perfino sulla stampa, ma ho sempre taciuto. Ora poniamo fine a questa barzelletta sul mio titolo di studio».
Evidentemente il chiarimento in diretta televisiva non è bastato, visto che ancora qualche commento che gira in rete solleva dubbi sull’autenticità del documento visto in tivvù.
Diventa un caso anche una risposta di Mauro Bochicchio, capolista dei 5Stelle, a una battuta orrenda e irripetibile di un ascoltatore forse alticcio sulla questione migranti durante un comizio a Piattoni. L’accusa al pentastellato, da parte dei suoi avversari politici, è quella di aver ribattuto all’interlocutore con una frase a loro giudizio equivoca.
«Una polemica pretestuosa -si difende Bochicchio- non mi sento colpevole di niente. Ho cercato di sdrammatizzare la situazione, in un contesto in cui c’era chi applaudiva e chi rideva alla battuta. Basta vedere il video, anche se l’audio non è chiarissimo e può lasciare qualche dubbio. Ma ho solo risposto al mio interlocutore che quello che chiedeva non si può fare. Tutte le mie frasi precedenti, infatti, confermano che sono contro ogni violenza sui migranti. La mia espressione? Capisco che ci temono politicamente, ma mi si vuole massacrare per un sorriso che non era assolutamente complice».
Non a caso, la ricostruzione post terremoto e il fenomeno migranti restano i temi al centro dell’acceso confronto tra i candidati.
Proprio su questi argomenti, stamattina il Centrodestra Unito ha voluto ribadire la propria posizione. Oltre al candidato sindaco Emidio Colucci, erano presenti il responsabile provinciale della Lega Massimiliano Castagna, il deputato Tullio Patassini, il senatore Paolo Arrigoni e la parlamentare picena leghista Giorgia Latini.
«Vincenzo Camela del Pd -ha detto Castagna, dopo aver ricordato i recenti episodi accaduti sui bus della Start che hanno avuto come protagonisti negativi alcuni extracomunitari- parla sempre di migranti dimenticando le responsabilità del suo partito in merito. Sulla ricostruzione post terremoto c’è stata una gestione inefficiente a livello nazionale e regionale, entrambi riconducibili al Pd».
«Il Comune non ha poteri sulla ricostruzione -ha chiarito Colucci-Ma noi ci impegneremo per trovare le soluzioni, ad esempio proponendo la riduzione del costo degli oneri di urbanizzazione per recuperi e nuovi insediamenti. Dopo due anni –ha sottolineato- le pratiche sono ancora ferme. Solo a Castel di Lama, su 31 domande di ricostruzione solo 11 sono state approvate con decreto. Non possiamo subire ulteriori ritardi, aggravando anche l’economia locale”. Evidenziata, infine, la necessità di adeguamenti antisismici delle scuole e di un monitoraggio sulla vulnerabilità sismica degli edifici pubblici».
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati