Storia di una salvezza drammatica:
dai proclami al punto
del non ritorno

SERIE B - E’ finita la “via crucis”, figlia una stagione travagliata, tra scelte azzardate, errori e infortuni. Dal duo inedito Maresca-Fiorin fino a Cosmi, i passaggi-chiave di un tragitto che i tifosi non vogliono più ripercorrere
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Monachello è arrivato al mercato di gennaio ed ha segnato gol pesanti (Foto Edo)

di Claudio Romanucci

L’Ascoli ha riposto la croce: quella di un campionato gravoso, trascinata praticamente da metà del girone d’andata fino a ieri sera, in una delle salvezze più drammatiche della ultrasecolare storia bianconera.
Dopo la discussa scelta societaria del duo Maresca-Fiorin alla guida della squadra (con il primo esordiente assoluto, addirittura in una panchina di livello) il cammino iniziò a prendere una brutta piega a Bari, con il 3-0 per i galletti: la società se la prese con l’arbitro per alcune decisioni errate (come il rosso a Gigliotti) e la classifica iniziò a guastarsi seriamente: era il 28 ottobre 2017.

Favilli inofrtunato esce dal campo durante Parma-Ascoli

Seguì una mini serie catastrofica di sei gare con cinque sconfitte ed un pari. Il 18 novembre l’Ascoli tornò da Parma pesantemente sconfitto (4-0), contestato dai 400 tifosi al seguito, senza più il suo bomber Favilli che in campo riportò la rottura del crociato e con il patron Bellini che dal Canada in collegamento telefonico attaccò gli arbitri. Passò poco tempo ed arrivarono le dimissioni di Maresca, il tentativo di una conduzione con il solo Fiorin in panca per due incontri fino alla beffarda sconfitta ai 91’ a Perugia (1-0). Tre giorni dopo l’annuncio di Serse Cosmi quale sostituto. Si decise per un espertissimo, alle soglie dei 60 anni e con un curriculum che parla da solo. Il 7 dicembre il tecnico originario di Ponte San Giovanni accorse al capezzale di una squadra ultima in classifica, funestata dal diffuso malessere ambientale, un lungo elenco di infortuni ed il rischio concreto di un naufragio. L’obiettivo nel breve era quello di arrivare al mercato di riparazione di gennaio (ed a fine girone d’andata) senza perdere troppo terreno sulle altre: in qualche modo Cosmi è riuscito a mantenersi in scia con 6 punti in 4 gare. I tifosi sperarono che il lungo stop del giro di boa avesse portato un cambio di passo: in realtà quello auspicato non arrivò mai.

Ganz, un flop

Cosmi ha fatto il possibile con quello che aveva, tenuto su da Agazzi, Pinto e Monachello, meno da Martinho, Cherubin e soprattutto Ganz, poco utilizzato, definito nei primi periodi “non pronto”, mai in gol. Dietro a un 3-5-2 ha poi costruito una lenta ed affannosa rimonta che il 10 marzo sembrava smarrita nella terza sconfitta di fila a Venezia (1-0). Il vero prodigioso recupero è arrivato nella gara seguente con la Ternana: il Picchio è stato capace di raccogliere un patrimonio di 20 punti in 12 gare costruito battendo anche Bari, Carpi, Cremonese e Pescara.
Col Brescia, lo scorso 18 maggio, il match ball della salvezza viene sparato in aria (0-0) davanti ad un Del Duca diviso tra timori e trepidazione. Per arrivarci è servita la scongiurata roulette dei play out, quella che non ammette repliche, al cospetto dell’Entella: due pareggi ad occhiali vissuti col patema d’animo fino al sesto minuto di recupero.
Secondo il direttore sportivo Cristiano Giaretta questo sarebbe dovuto essere l’anno in cui l’Ascoli avrebbe dovuto alzare l’asticella e non soffrire come nelle precedenti due stagioni. Dopo una salvezza all’ultima giornata ed una alla penultima, l’Ascoli è riuscito stavolta ad andare più sotto, fino al punto del non ritorno. Per fortuna non l’ha superato.


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