Minacce e offese ad una guardia carceraria, sotto accusa Giuseppe Farina, 44 anni, il catanese che la scorsa settimana è stato condannato all’ergastolo, in via definitiva, per l’omicidio del commerciante di pesce Pietro Sarchié (ucciso il 18 giugno 2014). Oggi si è svolta la prima udienza al tribunale di Macerata davanti al giudice Vittoria Lupi. Secondo l’accusa, sostenuta dal pm Lorenzo Pacini, Farina mentre si trovava nel carcere di Camerino in seguito all’arresto per l’omicidio di Sarchiè, il 25 ottobre del 2015 avrebbe preso a male parole e minacciato una guardia.
Il motivo, dice l’accusa, è che Farina, dolorante ad una gamba, aveva chiamato per chiedere o che gli venisse portato un antidolorifico, o che venisse accompagnato in infermeria. Alla fine avrebbe sbottato e avrebbe urlato ad un assistente della polizia penitenziaria, dicendogli cose come «E quanto debbo aspettare per una c…o di bustina… cuinnutu… rugnusu» e lo avrebbe minacciato di morte «tu mmazzu». Farina, assistito dall’avvocato Francesco Voltattorni, si difende sostenendo di non avere né offeso né minacciato la guardia. Farina, all’epoca del delitto Sarchié residente a Castelraimondo, ora si trova in carcere in Sicilia, ad Augusta.
(Gian.Gin.)
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