di Franco De Marco
L’oliva ascolana del Piceno Dop sta conquistando sempre più estimatori sia a livello locale sia a livello nazionale. Il brand, conosciuto in tutto il mondo, sta funzionando e nel tempo è sicuramente destinato a crescere notevolmente. Primo Valenti, presidente del Consorzio tutela e valorizzazione oliva ascolana del Piceno Dop è molto ottimista: «Sono convinto che in pochi anni questo prodotto decuplicherà la sua diffusione e sarà una fonte di reddito molto importante per tante aziende del Piceno. La qualità premia sempre e la differenza, rispetto a prodotti più scadenti, è facilmente riconoscibile da tutti». Il Consorzio, ora pienamente funzionante dopo vicende anche burrascose, dovrebbe dotarsi presto anche di un direttore, figura tecnica di alto profilo per assecondare tutte le fasi di sviluppo del brand.
I soci del Consorzio di tutela della Dop
Aumentare la quantità dell’oliva tenera da lavorare è però un obiettivo imprescindibile. Ecco perché il Consorzio si sta adoperando per aumentare le coltivazioni con l’aiuto della Regione Marche. E offre agli agricoltori un prezzo che è ritenuto conveniente e incentivante. «Ci rivolgiamo – afferma Valenti lanciando un appello – agli olivicoltori dell’area del disciplinare Dop per ricordare che è possibile, per chi non lo avesse già fatto, presentare domanda per certificare il proprio oliveto ai fini della Dop entro il 30 giugno con incremento di pregio e di valore della produzione olivicola».
«Il Consorzio è a disposizione – continua Valenti – per assistere gli agricoltori nella fase di certificazione e per spiegare le potenzialità della filiera dell’oliva ascolana del Piceno Dop.
Inoltre i “deamarizzatori” appartenenti al Consorzio hanno comunicato che si impegnano ad acquistare le olive certificate da Assam per la Dop dell’oliva ascolana del Piceno, raccolte nell’area del disciplinare, ad un prezzo medio di circa 3 euro al kg mediante singoli contratti di fornitura con i quali verranno stabilite le modalità di calcolo dei prezzi in base alla pezzatura media delle partite conferite». Per le olive più grandi, quindi, anche più di 3 euro al chilo.
«Il Consorzio – conclude Valenti – apprezza l’importante impegno dei deamarizzatori volto a sostenere e rilanciare l’olivicoltura picena sottolineando che la proposta viene diffusa in anticipo rispetto alla produzione del frutto proprio per sollecitare gli olivicoltori ad organizzarsi per la certificazione per chi non lo avesse ancora fatto e soprattutto a curare con la massima diligenza i propri oliveti finalizzando la raccolta della varietà “ascolana tenera” alla deamarizzazione come olive “da mensa” stante la presenza del mercato di filiera della Dop che li può remunerare». Per delucidazioni e informazioni, fa sapere il Consorzio, si possono contattare direttamente i deamarizzatori ai seguenti recapiti telefonici: Coop. Case Rosse 3392314124, Gregori Olive 3355430046, Migliori Olive 3423259354, Oleificio Silvestri Rosina 3663571832 e Tempera Olive 0736
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