Aveva piazzato una gabbia per la cattura di frodo di animali sotto al ponte di Santa Chiara, ma la trappola non è sfuggita alle guardie zoofile-venatorie della Lac (Lega anti caccia) che hanno individuato e segnalato ai carabinieri forestali il bracconiere. La scoperta della presenza della gabbia-trappola è avvenuta nei giorni scorsi in un fondo coltivato dove le guardie Lac hanno potuto constatare che sicuramente un istrice, animale protetto, vi era stato ucciso visti (aculei) i segni trovati sul posto. Hanno inoltre saputo dell’avvistamento in precedenza di un gatto intrappolato e di cui non si conosce la sorte. «L’utilizzo di trappole e congegni -ricorda Sabrina Simonetti, responsabile provinciale Lac- per la cattura di animali selvatici costituisce un reato tra i più gravi in campo venatorio, un’attività di bracconaggio che purtroppo non viene messa in atto soltanto dai cacciatori, ma molto spesso anche dagli agricoltori per tutelarsi-illegalmente- dagli istrici o dalle volpi. Perciò le guardie della LAC si sono attivate riuscendo a dimostrare la responsabilità della condotta illegale e denunciandone l’autore al Comando dei Carabinieri Forestali, che sono immediatamente intervenuti per il sequestro del mezzo vietato.
La crudeltà dei soggetti che ricorrono a trappole e lacci, per lo più cacciatori o agricoltori che decidono di violare la legge, raggiunge dei livelli ignobili e deprecabili. L’autore del reato, infatti, si è dimostrato talmente privo di scrupoli e di senso morale, da lasciare per ben sette giorni la trappola senza controllo: qualsiasi animale che vi fosse disgraziatamente finito, sarebbe morto di fame, di paura e in balia del maltempo. Ovviamente le guardie hanno monitorato costantemente la trappola per scongiurare questo pericolo.
Ricordiamo che l’istrice -conclude Simonetti- spesso combattuto con questi mezzi, è un animale protetto e che anche la sola cattura è un reato tra i più gravi previsti dalla legge 157/92. Altrettanto gravi sono i reati che si commettono utilizzando le trappole, cioè caccia con mezzi vietati e per di più in periodo di divieto generale, puniti dalla stessa legge. Ricordiamo anche che, oltre all’uso, sono vietate e punite con 200 euro di sanzione, anche la produzione, detenzione e vendita di trappole. Risulta quindi incredibile che questi congegni vengano venduti da qualsiasi negozio o consorzio di agricoltura nell’indifferenza più assoluta e in pieno sprezzo della legalità: solo grazie alla mancanza ormai istituzionalizzata di controlli ciò è possibile nella nostra provincia».
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