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Lavoro e disabilità, la denuncia:
«Zero chiamate in 15 anni»

PICENO - Proseguono i duri colpi inferti dalla mancanza di occupazione all’economia regionale. A questa già precaria situazione, per i disabili c’è una duratura discriminazione anche nel mondo del lavoro. La testimonianza di Lorenzo
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“Il collocamento mirato è ancora per pochi” ricordano i Disoccupati Piceni. La legge 68 del 1999 si fa carico di disciplinare “la promozione dell’inserimento e dell’integrazione lavorativa delle persone disabili nel mondo del lavoro”. Ma come sempre fatta la legge, trovato l’inganno.

Un presidio dei Disoccupati Piceni a San Benedetto

Parla Lorenzo, incontrato dal presidio dei Disoccupati Piceni. «Ti senti di far parte di un mondo diverso. Sono disoccupato dal 24 febbraio 2004 ma non ho mai ricevuto nessuna chiamata di avviamento al lavoro».  Ogni anno è la stessa storia: «Sono quasi 15 anni che faccio parte di quelle che definiscono categorie protette -prosegue- e ogni volta devo aspettare che le aziende compilino il cosiddetto prospetto informativo».
Qualcosa sembra cambiare. Dal 2016 crescono considerevolmente le sanzioni a carico del datore che non ottempera all’obbligo di assunzione dei lavoratori appartenenti alle categorie protette (153,20 euro al giorno per ogni disabile non assunto) poi, dal 1 gennaio 2018, scatta finalmente l’obbligo – per aziende che occupano almeno 15 dipendenti – di assumere un lavoratore con disabilità anche senza nuove assunzioni. Prevista, oltre le agevolazioni per l’assunzione dei lavoratori con disabilità, la possibilità di ricorrere al disabile tramite chiamata diretta.
Nulla cambia, in realtà, e l’amara conclusione di Lorenzo lo conferma: «Con questa regola prevale sempre il nepotismo e la parentela perché pur avendo maturato 5130 di anzianità d’iscrizione presso il centro per l’impiego, nessuno chiama».

Se. Re.


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