La messa con il vescovo di Ascoli Giovanni D’Ercole
“Il nostro essere stati chiamati e preferiti da Gesù – dentro la vita della Chiesa – é certamente per guadagnare e godere la pienezza della vita in Lui, ma contemporaneamente perché attraverso la nostra tangibile presenza umana possiamo esserne testimonianza per ogni uomo. Non abbiamo alcun merito per essere stati preferiti. Il nostro merito è solo la misericordia di Dio, che ci ha raggiunti, investiti e attratti a sé attraverso una tangibilità umana, una ‘carne’, una storia umana particolare, dentro la vita della santa Chiesa, per esserne trasparenza e testimonianza per ogni uomo”. Con queste parole, riprese da un intervento di Nicolino Pompei, Andrea Consorti ha chiuso “l’Avvenimento in piazza” ospitato per la prima volta ad Ascoli: tre giorni ricchi di eventi e incontri nel campo sportivo adiacente la chiesa di San Marcello. La giornata conclusiva è stata caratterizzata da un torneo di ramazza al mattino e nel pomeriggio dalla messa celebrata dal vescovo Giovanni D’Ercole, al termone della quale è stato invitato a prendere la parola Nicolino Pompei il quale ha riaffermato il cuore dell’incontro, cioè “la necessaria e imprescindibile necessità di un cristianesimo visibile e incontrabile in uomini, donne, rapporti e relazioni, famiglie, comunità… che mostrino con la stessa propria vita che vive la realtà di tutti, dentro le sfide, la problematicità e il dramma del rapporto con la realtà che vivono tutti… a quale profondità possa portare il rapporto con Gesù”. La serata si è conclusa con la cena e la festa finale tra canti, balli e giochi. Ad allietare i presenti sono intervenuti anche alcuni sbandieratori e musici della Quintana di Ascoli, del Sestiere di Porta Romana.
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