di Martina Fabiani
Un inizio pacato, quello del primo consiglio comunale dell’amministrazione Piergallini bis, colorato solo da qualche scambio di battuta finale tra il sindaco e il leader del centrodestra Lorenzo Vesperini. Sala consiliare piena nei limiti dei posti disponibili, presenti all’appello tutti i consiglieri e gli assessori, la cui emozione era palpabile, soprattutto nel volto dei più giovani.
Un momento del primo consiglio comunale
Cinque i punti all’ordine del giorno. Si è iniziato con l’esame delle condizioni di candidabilità, eleggibilità e compatibilità di sindaco e consiglieri ed eventuali surroghe, in accordo con il decreto legislativo numero 267 del 18 agosto 2000. Subito dopo il giuramento del sindaco Enrico Piergallini, fiero di poter rinnovare la lealtà e la fedeltà alla Repubblica Italiana. «So che significa fare il sindaco e non mi risparmierò nemmeno questa volta. Andrò d’accordo con chi ha un’idea alta di politica e osteggerò chi, invece, ne ha un’idea bassa e volgare», ha detto il primo cittadino.
Il primo (secondo) discorso ufficiale di Piergallini si caratterizza da forti tinte ideologiche e rinnova l’impegno verso i temi della tolleranza, dell’accoglienza e dell’inclusione dei più deboli. Non manca il riferimento alle recenti vicende legate alla questione migratoria che hanno coinvolto l’attuale Ministro degli Interni, Matteo Salvini. «Grottammare deve restare uno spazio aperto al confronto. Mi rendo conto che a livello locale le distinzioni tra destra e sinistra scompaiono di fronte alle persone di buoni progetti e buone volontà, ma è importante ostacolare coloro che seguono biecamente il consenso», ha continuato il sindaco.
Il terzo punto all’ordine del giorno prevedeva l’elezione del presidente del consiglio comunale. La carica – con 5 astenuti e 12 favorevoli – è andata a Stefano Troli per «anzianità ed esperienza», ha fatto presente Piergallini. Si è poi passati alla presa d’atto della comunicazione della nomina della giunta comunale e del vice sindaco, che costituiva il quarto punto del consiglio. È avvenuta, nel corso del pomeriggio, la consegna delle deleghe ai consiglieri. Questa amministrazione, come è stato già delineato, può vantare una “squadra allargata”. Accanto alla giunta vi sono i consiglieri delegati che, pur non percependo alcuna indennità, avranno un ruolo importante da svolgere. Introdotte, inoltre, le figure di consiglieri-staff, ovvero giovani intraprendenti che aiuteranno e affiancheranno gli assessori.
Oltre al primo cittadino, gli eletti sono: Lorenzo Rossi, Alessandra Biocca, Luigi Travaglini, Manolo Olivieri, Alessandro Rocchi, Stefano Novelli e Stefano Troli (per la lista “Solidarietà e Partecipazione”); Cristina Baldoni, Bruno Talamonti, Monica Pomili e Flavio Vespasiani (per la lista “Città in movimento”). Samuela Castelletti, Martina Sciarroni, Alessandra Mosca, Stefania Fares e Jonathan David Chiappini sono i cinque consiglieri delegati nel ruolo di staff. Ciascuno di essi ha preso la parola, ringraziando calorosamente gli elettori e dichiarandosi preoccupati, ma pronti ad accogliere questa sfida.
L’opposizione – schierata uniformemente nell’ala sinistra della sala – è costituita da Lorenzo Vesperini (per il gruppo di liste “Città Unica”, “Centrodestra Unito” e “Città futura”); Luigi Valentini (“Città Unica”); Maurizio Pasquali e Antonella Ciocca (“Centrodestra Unito”); Alessandra Manigrasso (Movimento Cinque Stelle).
«In questo mandato l’opposizione non sarà la stampella della maggioranza, sarà dura e determinata», ha affermato con toni urlanti Vesperini, definendo “idiozie” alcuni dei punti precedentemente espressi dal primo cittadino e facendosi portavoce di una politica che punta alla crescita economica e al rispetto dei cittadini e della famiglia, ovvero come precisa lo stesso leader dell’opposizione, «quella costituita dall’unione tra uomo e donna». No alla strumentalizzazione dell’immigrazione e ai toni “da professore”, sono alcune delle critiche che Vesperini ha rivolto al neo-eletto. Quest’ultimo controbatte senza esitazione, puntando l’accento sulla differenza linguistica e ideologica tra le due fazioni e dichiarandosi fiero di tali differenze nel momento in cui vede mancare dall’altra parte il rispetto per il diverso.
l’assemblea si è chiusa con l’elezione dei componenti effettivi e dei supplenti della Commissione elettorale comunale.
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