di Maria Nerina Galiè
Vertenza aziendale e Confcommercio, un binomio perfetto perché in ballo ci sono posti di lavoro e capacità di spesa. Questo lo spirito dell’incontro tra la Confcommercio provinciale di Ascoli Piceno, l’amministrazione comunale di Comunanza ed un bel manipolo di commercianti che si sono riuniti giovedì 27 giugno nella sala consiliare del Comune montano per discutere della crisi in atto nel locale stabilimento Whirlpool. «Quando un’azienda è in crisi, a risentirne sono prima di tutto le attività commerciali. Ancora peggio se localizzate in un’area che stenta a riprendersi dal terremoto», ha detto Fausto Calabresi, presidente provinciale dell’associazione, accompagnato dal presidente della delegazione dei Sibillini Marino Antognozzi, il responsabile provinciale dei servizi sindacali Costantino Brandozzi e le responsabili di delegazione di Amandola e San Benedetto del Tronto, rispettivamente Maria Rita Grazioli e Maria Angellotti.
Il vicesindaco di Comunanza Domenico Sacconi ha introdotto i lavori ricostruendo la situazione, dalla minaccia degli esuberi alla compattazione del territorio (Rsu, sindaci e parlamentari) volta al rilancio del sito produttivo piceno, concludendo: «Non possiamo permetterci esuberi né ridimensionamenti, siamo pronti a tutto per scongiurarli».
Pronta la risposta del presidente Calabresi: «Saremo con voi per la firma del documento d’intenti che verrà presentato al Ministero, garantisco la nostra presenza sul tavolo delle trattative e ci mettiamo fin da ora a disposizione, con i nostri 1.400 tesserati delle province di Ascoli e Fermo, per eventuali iniziative a sostegno della vostra causa. Potremmo pensare ad attività di sensibilizzazione, tipo vetrofanie, o quanto altro riterrete utile». Una esplicita dichiarazione di vicinanza, «come è negli intenti della storica confederazione – ha detto ancora Calabresi – dimostrati anche in occasione del sisma. E’ notizia recente che abbiamo avuto disponibilità, dalla sede nazionale, di una cospicua somma da spendere in beni strumentali per le attività del cratere».
Per dirla con il presidente, «quando chiude un negozio si spegne un po’ della capacità di monitorare un territorio». Infatti a raccogliere le preoccupazioni che serpeggiano ormai da tempo a Comunanza e paesi limitrofi sono gli esercenti i quali però ne soffrono anche in prima persona. La mancanza di ottimismo ed un portafoglio alleggerito da cassa integrazione e contratti di solidarietà fa scendere il fatturato. Ma non solo. Carolina Iezzi, commercialista, ha lanciato un vero e proprio allarme: «Se le cose andranno male, i dipendenti Whirlpool saranno accompagnati alla porta con incentivi, scivoli ed altre forme di tutela. Chi rimarrà a bocca asciutta saranno soltanto i titolari di attività».
C’è indubbiamente spazio, e necessità, per una riqualificazione del commercio nelle aree interne. Il consigliere provinciale e comunale Alberto Antognozzi ha proposto la lotta ai centri commerciali, andando a pescare tra gli aiuti statali che passano attraverso l’aggregazione. E Calabresi ha sostenuto la specializzazione e diversificazione dei prodotti. «Se l’industria vi sta dando uno schiaffo, mettetevi in rete, insieme, realizzando “app” e forme di e-commerce per chiamare l’utenza e favorire anche il turismo», ha rilanciato Maria Angellotti. Per una ripresa del commercio Adriano Mecozzi, anch’esso commercialista, ha suggerito di gettare uno sguardo al passato, prendendo a modello gli anni ’70 quando ancora la grande industria non si era radicata nelle zone interne, ed uno al futuro su esempi di realtà italiane altrettanto piccole e decentrate. Ma questo è un altro scenario che può aprirsi, ne sono tutti convinti, con rinnovate motivazioni a seguito del ritorno alla piena capacità occupazionale di uno stabilimento che è la primaria fonte di reddito.
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