Bollani al piano in piazza del Popolo
di Luca Capponi
(foto di Andrea Vagnoni)
Diciamolo subito: forse una città troppo presa da calcio, Quintana e poche altre cose non merita artisti come Stefano Bollani. Il dubbio è lecito, perché se un musicista di tale caratura, un vero virtuoso dello strumento il cui talento è riconosciuto a tutte le latitudini, uno sulla breccia da oltre venti anni, passato in tv e per collaborazioni altisonanti con gente quale Chick Corea (su tutti), uno che sul palco di piazza del Popolo mette in autorevole mostra il meglio di sé e della super band allestita per l’occasione (Jorge Helder -contrabbasso, Jurim Moreira -batteria, Armando Marçal e Thiago da Serrinha -percussioni), un florilegio di suoni carioca e traiettorie ardite, deve fare i conti con una platea da 1.100 posti che fa fatica a riempirsi, allora qualcosa proprio non va.
Il pubblico in piazza prima del live
Un peccato “mortale”, passi il termine, vedere Bollani suonare in un’atmosfera unica, sullo sfondo della chiesa di San Francesco, tra melodie capaci di rapire ed emozionare, in cui il pianista dell’ultimo “Que Bom” (disco da cui prende le mosse il tour) arriva persino a cantare (bene) al posto di Caetano Veloso sulle note di “La nebbia a Napoli”, ma con evidenti “buchi” tra il pubblico pagante. L’aria freddina di un sabato 7 luglio sui generis non può bastare come scusa, anche perché quella di Ascoli era l’unica data marchigiana di questo giro, e nemmeno i prezzi, molto più bassi, ad esempio, di quello che sarà il prossimo live in piazza, vale a dire quello con Sting e Shaggy del 3 agosto; d’altronde si sa, un certo tipo di persone (tante) sono solite lamentarsi quando non c’è nulla, ma poi quando c’è qualcosa sono solite disertare e lamentarsi perché…c’è qualcosa, perché la piazza è chiusa o perché non ci sono, esempio, Pio e Amedeo a riempirla come accaduto lo scorso anno nell’unico evento tenutosi in loco: se il livello è questo…
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