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Parco dei Sibillini,
il Grande Anello
è di nuovo percorribile

MONTAGNA - Riaperto il tratto tra Montegallo e Forca di Presta. I consigli del direttore Carlo Bifulco: «Per evitare incidenti è bene informarsi sull’accessibilità ai sentieri». Proseguono le attività di monitoraggio del camoscio appenninico, il 26 luglio in programma il censimento estivo
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E’ nuovamente percorribile l’unico tratto del Grande Anello dei Sibillini (Gas) che risultava ancora interdetto, quello che collega Montegallo a Forca di Presta, comprendente il “sentiero dei mietitori”. È stata infatti revocata l’ordinanza di chiusura a seguito dei sopralluoghi di verifica delle condizioni di sicurezza effettuati dall’Ispra (Istituto Superiore Protezione e Ricerca Ambientale) grazie alla collaborazione avviata con l’Ente Parco: pertanto il Gas di nuovo è interamente fruibile.

Questa volta è finita bene, nel senso che la caduta di un giovane escursionista trevigiano in compagnia del suo cane lungo un sentiero del Parco Nazionale dei Monti Sibillini (E 15, che dalla Chiesa di Santa Maria in Pantano porta al Monte Vettore) interdetto per presenza di frane, si è risolta con qualche escoriazione e un grande spavento. La scarsa avvedutezza del giovane ha innescato la macchina dei soccorsi che ha funzionato alla perfezione. «Val la pena però ricordare – sottolinea il direttore del Parco, Carlo Bifulco – che su quel sentiero c’è un’ordinanza di chiusura proprio per pericolo di frane. Chi decide di effettuare escursioni nel Parco per deve necessariamente verificare quali sono i sentieri percorribili in modo da evitare situazioni di difficoltà come quella in cui si è venuto a trovare il ragazzo. Una verifica che può essere effettuata direttamente sul nostro sito semplicemente consultando la mappa che viene costantemente aggiornata». È utile informarsi anche sulle regole di conduzione dei cani, perché non tutti i sentieri ne prevedono l’accesso. Il link per accedere e scaricare la mappa (l’ultima revisione risale all’11 luglio) è questo, ed è disponibile anche sulla pagina facebook del Parco. Nella mappa sono rappresentate le limitazioni alla circolazione conseguenti agli eventi sismici e le indicazioni sullo stato della percorribilità dei percorsi gestiti dal Parco. «È importante informarsi preventivamente – conclude Bifulco – perché la montagna è sicuramente una passione di tanti, ma richiede anche esperienza e avvedutezza, per non incorrere in situazioni spiacevoli».

Nel frattempo, proseguono costantemente le attività di monitoraggio della neocolonia del camoscio appenninico nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini; nel periodo maggio-giugno di quest’anno sono stati osservati 36 nuovi nati (kid), tutti nel massiccio del Monte Bove; la neocolonia risulta pertanto al momento formata da circa 160 individui. Il 10 luglio è stato avviato il monitoraggio del camoscio appenninico, per la durata di due anni, in attuazione del protocollo d’intesa siglato con i Parchi Nazionali abruzzesi, nell’ambito della direttiva “biodiversità” del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. Il protocollo prevede anche la realizzazione del Programma speciale biennale di profilassi e miglioramento della gestione sanitaria degli animali domestici, approvato lo scorso 28 giugno. Nei mesi di luglio ed agosto l’area sensibile del camoscio sul Monte Bove sarà presidiata anche da Guide del Parco, che svolgeranno attività di informazione e sensibilizzazione nei confronti dei visitatori che potranno facilmente osservare questi splendidi animali senza arrecare disturbo. E’ previsto invece per il prossimo 26 luglio il censimento estivo del camoscio, con la collaborazione dei Carabinieri forestali e il coinvolgimento di volontari. A tal proposito ricordiamo che la partecipazione è aperta a tutti gli interessati, i quali potranno seguire le modalità di iscrizione sul sito del Parco o sulla pagina facebook dell’Ente. Il 27 maggio e il 3 luglio sono nati due camoscetti nell’area faunistica di Bolognola; il gruppo ospitato nell’area è quindi ora formato da 7 individui, di cui 2 femmine adulte, 2 maschi adulti, una femmina yearling e 2 kid. L’area faunistica ha finalità didattico-scientifiche e, grazie alle nascite, contribuisce ad incrementare il numero di camosci rilasciati in natura.


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