di Franco De Marco
«La Consulta comunale per la Sanità, della quale sono presidente, non riesce a funzionare perché la direzione dell’Area Vasta 5 non ci fornisce i dati richiesti. E le liste di attesa si allungano paurosamente. Per un esame o una visita specialistica bisogna attendere anche un anno. Ecco la prova provata di come funziona la sanità pubblica nel Piceno. Male, molto male. Nonostante i proclami e le inaugurazioni del Pd che governa la sanità marchigiana». Giacomo Manni, consigliere comunale del M5S, mette sotto accusa tutto il sistema sanitario. Tira fuori due ricette di un utente: per un paziente affetto da cardiopatia ischemica, la richiesta di ecocolordoppler vasi epiaortici e di ecoclordoppler vasi aorta, presentata il 29 giugno, ha visto l’esame fissato al 22 agosto del 2019, più di un anno dopo. Per una bronchite cronica, invece, la visita specialistica successiva di pneumologia, richiesta il 23 febbraio, è stata fissata al 15 febbraio del 2019, un anno dopo. Due esempi eclatanti. A rincarare la dose, nel corso della conferenza stampa di questa mattina, Giacomo Manni e il collega consigliere comunale Massimo Tamburri portano anche la testimonianza diretta di Umberto Cuccioloni in qualità di semplice utente e di rappresentante delle associazioni di volontariato: «C’è una realtà, dentro gli ospedali, che non emerge. Perché medici o infermieri hanno paura di parlare delle criticità. Questo è molto grave. Le lunghe liste di attesa portano gli utenti verso il privato». Riferendosi alle due prestazioni lumaca prese ad esempio fa notare Umberto Cuccioloni: «Una costa 93 euro, l’altro 102, come ticket, e nel pubblico bisogna aspettare un anno. Nel privato, invece, solo 10 euro in più, 115 e 120 euro, e ne puoi usufruire entro una settimana. Cosa può fare il paziente?».
Manni non lesina critiche al direttore dell’Area vasta 5 Giulietta Capocasa. «La Consulta comunale (vice presidente Umberto Trenta, terzo consigliere comunale Monica Acciarri, ndr), per poter esaminare le criticità, renderle pubbliche e avanzare proposte, ha bisogno di dati ufficiali. -afferma- Ecco perché avevamo chiesto un incontro, entro 7 giorni, di carattere prettamente istituzionale, alla Capocasa. Ci ha risposto delegando la dottoressa Giovanna Picciotti. Ma i dati chi ce l’ha? Il direttore Capocasa. Il nostro è un organismo istituzionale e politico e vogliamo confrontarci con il direttore. Abbiamo di nuovo chiesto un incontro. Ancora senza risposta. Intanto la Consulta è bloccata».
«Per quanto riguarda l’ospedale unico -continua il consigliere comunale pentastellato- abbiamo solo alcune paginette, provenienti dalla Regione, che ci sono state fornite dal sindaco. Nulla di più. Come facciamo a valutare bene il progetto? Come si fa a programmare senza un esame approfondito dei costi e dei benefici, dei servizi previsti, di uno studio sui presidi esistenti e, soprattutto, senza ascoltare il territorio? Il diritto alla salute non può dipendere dall’algoritmo. Surreale che la politica deleghi l’algoritmo». Manni poi rilancia la richiesta del Piceno di avere l’Azienda Ospedaliera Marche Sud. «Il nord delle Marche ce l’ha. Il sud no. Proprio vero che c’è una sanità di serie A e una di serie B. Eppure i dati, che abbiamo raccolto grazie al lavoro del consigliere regionale Piergiorgio Fabbri, parlano chiaro. Il Piceno ha una mobilità attiva del 26% e una passiva del 15%. Così i nostri soldi, invece di rimanere nel territorio per essere investiti, servono a tappare i buchi del nord. Se invece ci fosse l’Azienda Ospedaliera Marche Sud si potrebbero ad esempio fare direttamente le assunzioni per coprire i settori carenti. Nel Piceno non sono rispettate nemmeno le percentuali dei posti letto come ci viene segnalato dagli organismi sindacali. Ci ne dovrebbero essere 660 invece ce ne sono 500. Questo modello di sanità, voluto dal Pd copiando dall’Emilia Romagna, è fallimentare. E fa proliferare le cliniche private». «E’ incredibile -rincara la dose Massimo Tamburri– che ancora, dopo tanti anni, non si abbiano a disposizione i dati per poter programmare seriamente l’ospedale unico o no. La responsabilità è tutta del Pd e anche della maggioranza al Comune di Ascoli che si dimostrò d’accordo con l’ospedale unico. L’ospedale unico rimane un’idea vuota».
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