Dagli artigiani scatta l’allarme sull’occupazione anche alla luce dei nuovi provvedimenti governativi. Secondo la Cna, infatti, il Piceno anche nei primi mesi del 2018 resta purtroppo fanalino di coda delle Marche per quanto riguarda il tasso di occupazione. Elaborando i dati del Centro studi della Cna regionale, dei Centri per l’impiego e dell’Osservatorio della Camera di Commercio, l’associazione stima che, nel corso del 2017, più di duemila persone hanno avuto modo di ricollocarsi nel mondo del lavoro. «Per il 2018 e ancor più per il 2019 – spiegano Luigi Passaretti e Francesco Balloni, presidente territoriale e direttore generale della Cna di Ascoli – ci sono forti preoccupazioni. E come Cna del territorio dobbiamo purtroppo constatare che il Decreto Dignità rischia di essere uno strumento che toglie lavoro anziché crearlo».
La provincia di Ascoli non parte certo da una posizione di forza, con un tasso medio di occupazione (aggiornato al primo trimestre 2018) del 58,5 per cento. A fronte di un tasso medio di occupazione che, a livello regionale, è del 62,2 per cento. Per contro, nel Piceno, il tasso di disoccupazione è del 14,5 per cento, mentre a livello regionale è del 10,6 per cento. «Un’altra analisi dei nostri centri studi nazionale e regionale – aggiunge il direttore generale Cna, Francesco Balloni – conferma che nel Piceno, come in tutta Italia, la piccola e micro impresa artigiana fa registrare una costante crescita dell’occupazione. E se è vero che i contratti a tempo determinato crescono più di quelli a tempo indeterminato, è anche vero che, dati Cna alla mano, nel corso di un biennio oltre due terzi dei contratti a tempo risultano stabilizzati».
Per la Cna di Ascoli l’irrigidimento della disciplina sui contratti a tempo determinato rallenterà quel processo virtuoso che ha consentito a tanti giovani di entrare nel mondo del lavoro dalla porta principale, godendo di regole e di tutele. Quello di cui il Piceno ha bisogno è un vero rilancio sul tema del lavoro attraverso una flessibilità in entrata, tramite idonee forme di contrattazione, che le Pmi del Piceno hanno dimostrato di utilizzare senza creare precarietà e interruzione di continuità lavorativa. Appunto con oltre i due terzi dei contratti a tempo determinato che nel giro di 6-18 mesi vengono modificati in contratti a tempo indeterminato.
Dagli artigiani arriva un messaggio chiaro: «Adesso ci aspettiamo la reintroduzione dei voucher – concludono Passaretti e Balloni – ottimo strumento improvvidamente cancellato in passato che, oltre al turismo e all’agricoltura, è necessario che venga attivato anche negli altri settori che li avevano utilizzati con successo per gestire picchi produttivi o situazioni di mercato imprevisti. Peraltro, un’indagine della Cna ne aveva messo in evidenza l’importante contributo all’occupazione nei settori dei servizi e del manifatturiero».
Agroalimentare, industria del legno ed edilizia, turismo, moda e servizi hanno estremo bisogno di questa flessibilità. «E non va dimenticato – conclude il direttore generale Balloni – che entro settembre usciranno bandi specifici con incentivi all’occupazione, sia per quanto riguarda il riassorbimento di disoccupati che per quanto riguarda la trasformazione di contratti a termine in contratti a tempo indeterminato. Ottime opportunità per le imprese, che come Cna teniamo costantemente informate su queste opportunità, che rischiano, soprattutto per il Piceno, di non poter essere colte appieno proprio per l’irrigidimento delle norme di entrata nel mondo del lavoro».
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