di Renato Pierantozzi
I cinesi della “new generation” a caccia di prodotti enogastronomici piceni di altissima qualità. Non vogliono più solo pizza e pasta dall’Italia, ma anche vino e olio. Simboli dell’eccellenza “made in Italy”, ma anche come “segreto” della longevità con le Marche ai primi posti nel mondo in fatto di centerari. E così un’importante delegazione della multinazionale degli elettrodomestici Haier (un colosso da 450 miliardi di fatturato) è giunto ad Ascoli per incontrare il presidente della Camera di Commercio, Gino Sabatini insieme al suo vice Giancarlo Romanucci e la consigliera Barbara Tomassini. Presenti il direttore degli investimenti di Haier, Sheng Tsao, Tina Wang, capo dei prodotti di Air Cooking e Dom Morizio jr, capo della divisione americana di Food and Beverage. L’Haier, prima azienda al mondo di elettrodomestici con una quota dell’11% di mercato (incrementata negli ultimi anni dopo le acquisizioni delle divisioni di Ge, Sanyo e altre aziende) è presente anche nel mercato del “food&beverage” detenendo vigneti a Bordeaux, il 7% della produzione di carne angus mondiale oltre a quote importanti nel settore del pollame e dei suini. «Vogliamo portare in Cina prodotti in modo che le persone comprino elettrodomestici per 100 anni», ha dichiarato Sheng Tsao apparso molto cordiale a differenza di qualche accompagnatore italiano più impegnato a fare da censore ai giornalisti presenti che ad agevolare la comprensione del progetto.
«Abbiamo vino ed olio di eccellenza – dice il presidente Gino Sabatini – e ci sono aziende del settore oleario pronte ad accogliere investitori cinesi nel loro business. Inoltre grazie all’azione fatta dalla Regione Marche i contatti con la Cina sono già avviati e siamo pronti, insieme alla vice presidente Anna Casini, ad organizzare una nuova missione». Ad ottobre, inoltre, torneranno nel Piceno i top manager del colosso Haier per una missione operative nelle Marche con presenza anche ad Ascoli ed Offida proprio per selezionare i prodotti d’eccellenza da inserire negli show cooking di lusso (definiti “experience center”) che l’azienda aprirà a decine in Oriente. Ma quando si parla di elettrodomestici il pensiero va anche a Comunanza e allo stabilimento della Whirlpool che occupa 600 dipedenti e che lotta per sopravvivere. Arriverà anche qui una ciambella di salvataggio dall’Oriente?
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati