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Battaglia degli ospedali,
Lega: firme e caso in Parlamento
Ma nessuno ha detto che chiuderanno

PICENO - La mobilitazione lanciata dal sindaco Castelli, contro la presunta dismissione delle vecchie strutture di Ascoli e San Benedetto, si rafforza. Ma la salute dei cittadini non sembra essere in discussione
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Il presidio della Lega con l’onorevole Latini

di Franco De Marco

Anche la Lega si aggancia alla mobilitazione lanciata dal sindaco Guido Castelli (FI) contro quella che, secondo il primo cittadino di Ascoli, e non secondo la Giunta regionale, è la chiusura degli ospedali di Ascoli e di San Benedetto una volta realizzato l’ospedale unico di Pagliare.
«La chiusura degli ospedali di Ascoli e San Benedetto decretata dalla Giunta regionale -afferma l’onorevole Giorgia Latini– è una decisione che va scongiurata e contro cui metterò in atto azioni politiche in Parlamento. Il Pd regionale ha preso una decisione che, a tutti gli effetti, sembra un chiaro attacco all’area del Piceno. La chiusura dei due ospedali contribuirebbe a impoverire un territorio già messo a dura prova dalla crisi e che ha bisogno di nuovi investimenti e non di dismissioni scellerate».

Giorgia Latini (Foto Vagnoni)

Anche il commissario regionale della Lega, il senatore Paolo Arrigoni, è sulla stessa linea: «Con l’avallo e la complicità dei propri sindaci, il Pd è andato ancora una volta contro gli interessi dei cittadini. Difenderemo in ogni modo il diritto alla salute degli abitanti del Piceno perché mantenere gli ospedali di Ascoli e San Benedetto e tutelare le eccellenze professionali che ci lavorano vale molto più dei calcoli di bottega della giunta Ceriscioli».
Questa mattina la Lega ha dato vita alla prima iniziativa di protesta. «Raccogliamo firme davanti all’ingresso dei due ospedali. -dice il commissario provinciale Andrea Antonini– Cominciamo così a fare la nostra parte per far sentire forte e chiara la voce delle migliaia di cittadini in difficoltà a cui la scellerata scelta dell’ospedale unico di vallata toglierà anche il diritto alla salute».
Si annuncia dunque “affollamento” davanti al Mazzoni di Ascoli e al Madonna del Soccorso di San Benedetto. Anche Fratelli d’Italia, con il presidente del Consiglio comunale di Ascoli, e vice portavoce regionale, Marco Fioravanti, ha annunciato che da lunedì prossimo sarà effettuato un presidio con raccolta di firme.

Marco Fioravanti

Lo slogan del centrodestra è netto: «No alla chiusura degli ospedali di Ascoli e di San Benedetto». Ma chi ha detto che questi due ospedali chiuderanno dopo la realizzazione (quando sarà) dell’ospedale unico di Pagliare al quale la Conferenza dei sindaci dell’Area vasta 5, con i sindaci di Ascoli e San Benedetto contrari, ha dato il via libera? Nessuno. Non il presidente della Giunta regionale Luca Ceriscioli che già in altre occasioni pubbliche ha sempre affermato che i due ospedali resteranno comunque in funzione seppure con funzioni diverse visto che, per gli acuti, ci sarà il nuovo ospedale unico di Pagliane annunciato ad alta specializzazione. E’ vero che la cautela, di fronte agli annunci dei politici, tutti, è d’obbligo, ma al momento la chiusura delle due vecchie strutture non sta scritta da nessuna parte anche se, ovviamente, la sanità nel Piceno, come nelle altre Province, andrà ridisegnata alla luce, appunto, dei nuovi ospedali per acuti programmati proprio per offrire ai cittadini una maggiore tutela della salute, offrire prestazioni di più elevata qualità e nuove specialità. Castelli prevede, sulla base dei documenti in suo possesso, che l’ospedale Mazzoni diventerà un semplice cronicario ovvero sarà completamente svuotato di servizi. Ma Luca Ceriscioli dice altro. I vecchi ospedali dovrebbero fare da filtro e occuparsi delle prestazioni di routine. Comunque la salute dei cittadini non appare minacciata. Si può non essere d’accordo con la localizzazione della nuova struttura a Pagliare. Ma 20 chilometri in più, per curarsi, possibilmente meglio, sempre se la realtà rispecchierà gli annunci, non sono le montagne russe. La battaglia politica, pardon la battaglia elettorale per le comunali di Ascoli del 2019 e le regionali del 2020 è iniziata con largo anticipo. E tutto fa brodo.


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